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Giovanni Lettieri

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Giovanni Lettieri lancia l’allarme sulle elezioni regionali in Basilicata del 2024 dopo gli errori commessi in Molise da Pd e Movimento 5 stelle

POTENZA – Evitare di ripetere gli errori commessi in Molise: col terzo polo abbandonato all’abbraccio del centrodestra, e i leader di Pd e Movimento 5 stelle, alleati sulla carta, che evitano di farsi vedere sui palchi assieme, mentre i rispettivi partiti si fanno la guerra sul territorio. È questo l’auspicio del segretario regionale del Partito democratico lucano, Giovanni Lettieri, dopo l’ultimo “test” di resistenza della coalizione che a oggi governa a Roma come a Potenza. A meno di un anno dal voto per il rinnovo di giunta e consiglio regionale della Basilicata.

Il centrodestra allargato a Italia viva e Azione si conferma in Molise col 62% dei consensi, contro il 36% di Pd, M5s e Sinistra italiana. Quindi in Basilicata?

«In Basilicata io sono sempre stato convinto della necessità di trovare una intesa e costruire un campo largo, se lo vogliamo chiamare così, che vada dai 5 Stelle fino ad Azione e Italia viva, il terzo polo insomma. Naturalmente un’azione politica non si dispiega sommando le sigle dei partiti, ma bisogna condividere un progetto, un percorso e poi individuare i protagonisti di questo percorso. Il centrosinistra sarà vincente e le forze progressiste di Basilicata riusciranno a vincere le elezioni se riusciranno a condividere un progetto, un sogno con nel quale coinvolgere i cittadini di Basilicata. Altrimenti la semplice somma dei partiti, anche con Italia viva ed Azione, potrebbe non bastare. Quello che bisogna mettere in campo è un nuovo progetto per la Basilicata che coinvolga i cittadini e impedisca che la rassegnazione porti a una vittoria del centrodestra. Quindi la sfida che ci attende consegna alla classe dirigente del centrosinistra una responsabilità ancora maggiore che è quella di mettersi insieme e produrre un nuovo progetto per la Basilicata».

Tra le prime analisi del voto molisano c’è chi segnala una debolezza intrinseca dell’intesa tra Pd e Movimento 5 stelle derivata dalla scelta di un candidato governatore, Roberto Gravina, che è anche sindaco di Campobasso, e proprio come sindaco di Campobasso continua a subire un’opposizione senza sconti dagli “alleati” del Pd. La convince?

«Beh, queste sono contraddizioni che probabilmente si pagano ed è proprio questo l’errore che non dobbiamo commettere. Dobbiamo trovare l’unità intorno ai temi, intorno al progetto per la Basilicata, e dobbiamo crederci prima di tutto noi per poi coinvolgere le persone, la gente. Perché se non se non si intercetta un sentimento, se non si percepisce l’unità sui palchi, in mezzo alla gente, e prima ancora nella fase di ascolto e di scrittura del programma come si fa a mettere in piedi una qualcosa di vincente?»

A Matera esiste una contrapposizione molto forte tra l’amministrazione comunale in carica, guidata dal sindaco del Movimento 5 stelle Domenico Bennardi e il Pd, che rappresenta la parte più agguerrita dell’opposizione. Forse più ancora del centrodestra se si considerano i toni di certe dichiarazioni.

Non pensa che questo, come in Molise, possa indebolire fatalmente un’eventuale intesa per le elezioni regionali? A prescindere dalla possibilità che la scelta del candidato governatore ricada sullo stesso Bennardi, ovviamente.

«Per il momento mi pare azzardato fare dei nomi…»

Certo, diciamo a prescindere…

«Credo che sui territori, e l’abbiamo vissuto anche durante le ultime elezioni amministrative, non c’è questa omogeneità di coalizioni. Forse le più omogenee sono proprio quelle del centrosinistra che è stato vittorioso in 7 comuni con liste omogenee e con candidati sindaci iscritti al partito democratico. Però questo non vuol dire che non bisogna smussare queste criticità che ci sono sui territori. Il progetto proprio per questo va condiviso, bisogna cominciare a stare insieme e a ragionare sul bene della Basilicata. Non possiamo costruire un’alleanza sull’essere contro qualcuno. Io non l’ho mai fatto e non credo che il centrosinistra debba fare questo. Bisogna che ci si metta insieme e condividere, mi ripeto su questo punto, prima la fase d’ascolto, e poi la fase di costruzione del progetto, e cercare di coinvolgere le cittadine e i cittadini in questa nuova avventura, altrimenti non si va da nessuna parte. Sono convinto che bisogna abbandonare i contrasti nei territori e soprattutto mettersi insieme a livello regionale per poter provare a vincere questa battaglia. I temi che ci uniscono sono tantissimi».

Insisto leggendole alcune espressioni ricavate da uno degli ultimi ultimi comunicati del segretario cittadino del Pd di Matera, Luigi Gravela: “la giunta ricatto di Bennardi è frutto di pura spartizione di potere tra consiglieri senza scrupoli”; “neanche Dario Argento sarebbe stato capace di immaginare un fil horror come quanto sta accadendo”; “accordi di sopravvivenza e di mera gestione del potere”; “la città di Matera è diventata uno strumento per personaggi senza alcuna dignità politica che dichiarano pubblicamente di essere diventati assessori perché verranno candidati alle prossime elezioni regionali, portando avanti la gestione del potere per fini elettorali e con fidanzati di ex onorevoli che girano per le stanze del sesto piano al Comune di Matera”.

Proporrà una tregua elettorale materana di qui al voto delle regionali, o pensa che si possa continuare a litigare tra tra i Sassi e ad andare a braccetto nel resto della Basilicata?

«C’è uno scontro in atto e bisognerà in qualche modo affrontare quella situazione. Però la situazione di Matera non è quella di tutta la Basilicata. Queste situazioni capitano nel coalizione di centrosinistra sui territori, come anche agli altri, ma uando in uno schema regionale o nazionale c’è una coalizione compatta, con delle idee chiare, che riesco a trasformare in un programma, tutto si supera. Quindi nella dimensione regionale dovremmo far valere le ragioni dello stare insieme. Dobbiamo trovare le insomma i temi sui quali stare insieme e sui quali scrivere una nuova pagina per la Basilicata, e queste criticità si supereranno così. Mettendosi a lavorare sui temi specifici che vanno dal Pnrr, all’agricoltura, all’industria, ai progetti sulla sanità, il welfare. Tutto quello che serve per costruire un futuro per la Basilicata credo che possa unire le forze del del centrosinistra».

Avete già abbozzato un’agenda politica condivida con i 5 stelle e altri potenziali alleati in vista delle delle regionali?

«Siamo in fase di interlocuzione, però una vera e propria agenda ancora non l’abbiamo. Stiamo provando a definire un perimetro all’interno del quale costruire un’alleanza».

Sicuramente ci saranno dei temi su cui siete più avanti…

«Certo, alcuni temi sono sono già stati condivisi anche in occasione di diverse iniziative, come il contrasto all’autonomia differenziata. Siamo tutti consapevoli del fatto che così come la la propone il disegno di legge Calderoli sarebbe un grave danno per il Mezzogiorno e per la Basilicata. Fortunatamente questo è nel programma nazionale del Partito democratico, e con i 5 Stelle in Basilicata ci siamo già trovati sul tema assieme a tutte le vostre progressiste. Come peraltro con le associazioni, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, le associazioni datoriali. Anche Confindustria si è espressa in modo chiaro contro l’autonomia differenziata. Quindi questo è un tema che è assolutamente ci unisce sul quale dobbiamo continuare a lavorare, a spingere, a promuovere iniziative. Perché i lucani devono sapere che la giunta Bardi senza neanche aver avviato un dibattito nella regione, e all’inizio nemmeno nel Consiglio regionale, ha dato parere positivo in conferenza Stato-regioni a un disegno di legge che andrebbe a penalizzarci sulla sanità, sui trasporti pubblici, e sul dimensionamento scolastico che già ci vede in grande sofferenze. Invece di chiedere deroghe a quelli che sono i numeri stabiliti dal governo centrale si sottoscritto un disegno di legge che ci penalizza ulteriormente».

Insomma è la battaglia contro l’autonomia differenziata il più probabile elemento aggregante della coalizione?

«Assolutamente sì. La battaglia sull’autonomia, su una sanità migliore, sui diritti dei cittadini in tema di welfare, sul contrasto al dissesto idrogeologico. Ci sono tanti problemi non affrontati e non risolti dall’attuale governo regionale, quindi dovremo essere bravi a mettere in fila questi temi e ad elaborare delle proposte alternative e una proposta complessiva credibile e che porti i lucani a votare alle elezioni regionali, e determinare un cambio di passo rispetto all’attuale amministrazione».

Nelle scorse settimane si è manifestato un certo protagonismo della chiesa cattolica lucana apparentemente rivolto alla definizione di un’agenda politica in vista delle prossime elezioni regionali. Lei che idea se n’è fatto?

«Io credo che noi dobbiamo essere assolutamente aperti a un civismo in movimento che rivendica protagonismo. Naturalmente senza abdicare al ruolo determinante che i partiti, il centrosinistra e il Partito democratico, nello specifico, hanno e avranno nel costruire la proposta politica da presentare ai cittadini sia per i temi che per le persone che dovranno andare a interpretarli. Perciò massima apertura al confronto. Quella della Consulta regionale associazioni laicali è stata a mio avviso un’iniziativa molto importante. Hanno ascoltato i territori per verificare quelle che sono le reali necessità dei cittadini e hanno messo su uno strumento molto utile. Sicuramente terremo conto delle loro pubblicazioni avremo grande disponibilità a confrontarci con chi vuole un cambio di passo per questa regione».

Oltre al protagonismo della chiesa non le sarà sfuggito quello di alcuni cattolici, intendo di personalità come quella del re delle cooperative bianche lucane, Angelo Chiorazzo, o dell’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, che molti vedrebbero bene come candidati governatori di Pd e alleati.

Lei ce li vedrebbe alla guida del campo progressista?

«Ritengo che siano tutti degli ottimi nomi che stanno circolando in questi giorni. Naturalmente le valutazioni sono ancora lontane da venire, perché noi dobbiamo comunque confrontarci tutti tutte le forze in campo per individuare il profilo che possa guidare la coalizione alle prossime regionali. Quindi sui nomi non mi spingerei. Quelli che lei ha citato sono assolutamente di alto profilo e delle persone con le quali il centrosinistra deve sicuramente confrontarsi. Credo possano dare un contributo importante».

Chiorazzo nei mesi scorsi ha ingaggiato un duro scontro con l’amministrazione regionale sullo spacchettamento della gara da 90 milioni per l’assistenza domiciliare integrata, che al momento è gestita su tutto il territorio regionale dalla sua Auxilium.

Dopo la dipartita di Silvio Berlusconi esiste ancora il tema dei conflitti d’interesse in politica?

«Come coalizione dovremo individuare le modalità per individuare i criteri per individuare il candidato il candidato presidente. Io non escludo nulla al momento, ma verrà il momento in cui analizzeremo tutto e con dei criteri oggettivi individueremo le modalità per scegliere la la persona giusta che possa guidare alla vittoria. Al momento mi pare ancora presto parlare di nomi».

Lei ha convocato per il 6 luglio la tanto attesa riunione dell’assemblea regionale del Pd per sciogliere i nodi sull’assegnazione dei posti aggiuntivi all’interno della stessa assemblea, la composizione della direzione regionale, e la nomina di eventuali vicesegretari. Avete raggiunto un’intesa al riguardo?

«No, ma ci sono interlocuzioni in corso e io spero di poter arrivare al 6 con un’intesa su organigrammi e commissione di garanzia per poi poter procedere subito alla nomina della segreteria e continuare a dispiegare l’azione politica sui territori. Perché poi al di là dell’esponente in più o in meno in assemblea o in direzione quello che a noi occorre adesso è andare da soli e con le forze politiche che si riconoscono nel centrosinistra nei territori, per ascoltare le persone, comprendere i loro bisogni e provare a dare qualche risposta. Io lo sto facendo da quando mi sono insediato. Sto girando tantissimi circoli, territori ascoltando e intercettando anche un desiderio di poter partecipare a un nuovo progetto. Noi dobbiamo dare una prospettiva a tutti coloro che vogliono essere rappresentati da un centrosinistra rinnovato e propositivo e che possa offrire un futuro diverso dalla nostra regione».

Al primo punto dell’assemblea c’è anche la situazione politica…

«È una cosa abbastanza usuale. Facciamo un po’ il quadro della politica nazionale e regionale per poi individuare anche una linea da tenere, come ha fatto la segretaria nazionale, e fissare alcuni punti da portare poi in giro nei territori. Magari anche durante questa estate movimentista che auspica il centrosinistra e i Partito democratico in generale. Sui temi che sono poi comuni a tutti noi: dalla dall’attuazione del Pnrr, all’autonomia differenziata, al diritto ad abitare, al lavoro che tanto manca e serve alla Basilicata, e anche a un piano industriale per stare a testa alta nelle transizioni. Perché il problema della Regione Basilicata, e che purtroppo non si sta assolutamente affrontando, è che oltre Stellantis e alcuni gruppi importanti c’è un tessuto di micro imprese, un mondo di piccoli imprenditori agricoli, commercianti, di cui non si sta occupando nessuno. Non c’è nessuna programmazione, nessun coordinamento, nessuna opportunità rispetto a una transizione che ormai sta investendo tutti i comparti della nostra economia. Manca proprio una proposta in questi termini e ritengo che noi dobbiamo stimolare in questo la Regione, adesso, e cercare di avere un progetto e un programma nostro per dare le risposte che servono una volta arrivati al governo. Per non parlare poi di emergenza climatica. Stiamo vivendo dissesti idrogeologici che si acuiscono ogni giorno e vediamo che nel bilancio regionale ancora non sono stati distribuiti sui vari capitoli le risorse e abbiamo i lavori nei comuni bloccati. Io faccio anche il sindaco non riesco a dare risposte. Abbiamo frane in corso, strade chiuse, ma ancora non abbiamo risorse finanziarie regionali adeguate per intervenire. Così i cittadini rimangono bloccati e sono costretti a subire ritardi e costi maggiori per uscire dalle contrade. È una situazione di assoluto abbandono alla quale dobbiamo sicuramente far far fronte».

Ci sarà un’estate movimentista del Partito democratico anche in Basilicata?

«Io auspico un’estate movimentista movimentista e soprattutto di ascolto. Perché girando i circoli in questi ultimi mesi mi rendo conto che c’è voglia di partecipazione ma non c’è un luogo all’interno del quale potresti esprimere. Quello che noi dobbiamo fare è sintonizzarci con i cittadini andando in giro ed ascoltandoli, ascoltando le problematiche dei genitori sulle prospettive per i figli, le problematiche sul trasporto pubblico, le scuole, i servizi socio – assistenziali non dati. Questo è un altro tema che dovremmo affrontare a brevissimo perché anche sul sociale non abbiamo risorse regionali. I comuni attendono ancora di essere di vedersi saldati i debiti del 2022 e non hanno risorse per il 2023, ’24 e ’25. O perlomeno non c’è ancora nulla sul capitolo, con gare sospese. E’ al limite del collasso l’erogazione dei servizi socio assistenziali. Parliamo di anziani e bambini e una Regione senza alcun tipo di di guida e alcuna risposta da dare i cittadini. Per questo abbiamo il morale di metterci subito al lavoro e di costruire delle risposte valide per i nostri cittadini».

Un paio di settimane fa il deputato e coordinatore regionale del Movimento 5 stelle ha parlato in un’intervista al Quotidiano della necessità di un rinnovamento vero per costruire un’intesa col Partito democratico che sia credibile agli occhi dei cittadini, e vincente…

«Io ritengo che noi dobbiamo rinnovare la proposta, essere innovativi nella proposta che andiamo a sottoporre ai nostri cittadini e nell’utilizzo di tutti gli strumenti necessari per poterla portare a valore. Non partirei dalle persone, dagli individualismi. L’atto di responsabilità che ognuno di noi dovrebbe fare è anteporre il progetto politico a noi stessi, perché solo così riusciremo a convincere i cittadini e a costruire una squadra vincente. Non partirei dal nuovismo a tutti i costi, ma dall’innovazione della proposta, e chi vuol contribuire, e lavorare per questo è ben accetto al tavolo».

Negli ultimi giorni è circolata anche l’idea di indire delle consultazioni primarie per la scelta del candidato governatore. Lei che ne pensa?

«Credo che il candidato governatore vada individuato con modalità diverse. Se non si riesce le primarie sono comunque uno strumento di partecipazione democratica che può rivelarsi risolutivo rispetto a una situazione di stallo che si dovesse venire creare. Ma questi sono argomenti che insomma il tavolo della coalizione dovrà trattare scegliendo i criteri per poter per poter individuare il candidato governatore».

Vi siete dati dei tempi per la scelta di questi criteri e del perimetro di una possibile coalizione?

«Ce li daremo senz’altro nei prossimi giorni. Ormai le scelte non sono più rimandabili, quindi nei prossimi giorni, completati gli organigrammi del partito potrò acquisire il mandato dalla direzione per gestire tutto e lo faremo con grande determinazione e con grande voglia di dare una nuova ragione alla alla nostra Basilicata. Io credo che sia il sentimento che anima un po’ tutti nel centro sinistra e dobbiamo lavorare per questo».

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