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POTENZA – A Potenza l’83% dei fascicoli d’indagine aperti dalla procura finisce in archivio. Una percentuale appena sotto alle procure che detengono il record, Brescia e Campobasso con l’84%, e ampiamente al di sopra della media nazionale che è del 60%.
E’ quanto emerge dalla fotografia della situazione ottenuta da Adnkronos in collaborazione con Expleo, a Roma.


Più che all’infondatezza delle denunce, o all’intrinseca insolvibilità dei casi sottoposti all’attenzione dei pm, il picco di archiviazioni a Potenza andrebbe attribuito alle notevoli e annose carenze di personale che gravano sull’attività di magistratura e forze dell’ordine.
Ma è in tutta Italia che la giustizia penale in Italia non compie quasi mai un percorso lineare, con l’archiviazione come finale più probabile in oltre la metà dei casi e con la pandemia che ha riportato ben oltre l’anno il tempo medio minimo per lo svolgimento di un processo.


I dati dell’analisi AdnKronos-Expleo sono stati estratti da Dg-Stat, che è la Direzione generale di statistica e analisi organizzativa del Ministero, istituita con decreto del Presidente della Repubblica nel 2001, e collocata presso il Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi (Dog), che fa parte del Sistema Statistico Nazionale.


Quanto segue, quindi, è uno studio basato sui dati relativi al periodo 2014-2020, seguendo quindi la nuova geografia giudiziaria entrata in vigore a settembre 2013.
Per i processi penali, emerge come la conclusione più probabile sia l’archiviazione, che sopravviene in almeno 60% delle occasioni. Rapportando il numero di decreti di archiviazione al numero dei procedimenti totali definiti nel 2020, per Distretto, si nota che, per tutti, più della metà delle definizioni avviene tramite archiviazione, se si considera che il rapporto percentuale più basso è del 60%, nei distretti di Lecce e di Reggio Calabria.
I distretti che presentano il rapporto più elevato, invece, come si anticipava, sono quelli di Brescia (84%), Campobasso (84%) e Potenza (83%).


Analizzando in dettaglio quanto avvenuto nel solo 2020, i primi cinque Tribunali ordinari Gip e Gup per numero di procedimenti definiti tramite decreto di archiviazione sono: 1. Roma, 19mila archiviazioni su 25mila definiti; 2. Brescia, 14mila archiviazioni su 15mila definiti; 3. Napoli, 12mila archiviazioni su 16mila definiti; 4. Milano, 10mila archiviazioni su 14mila definiti; 5. Torino, 8mila archiviazioni su 11mila definiti.


Per tutti e cinque i Tribunali, il rapporto tra decreti di archiviazione e il totale dei procedimenti penali definiti è superiore al 70% (in ordine: 79%, 88%, 76%, 72%, 76%).
Osservando il trend dei cinque Tribunali con il maggior numero di procedimenti definiti con decreto di archiviazione, nel periodo 2014- 2020, vediamo che, per tutti, il numero decresce nel corso degli anni: la variazione più significativa è del Tribunale di Torino che passa da 32.705 decreti di archiviazione nel 2014 a 8.594 nel 2020 (-74%).


Il Tribunale di Brescia presenta un andamento altalenante: dopo un iniziale decremento, a partire dal 2018 si assiste ad un incremento, passando da 11.363 a 14.069 archiviazioni nel 2020.

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