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A Bella una drammatica testimonianza nel corso di un convegno dedicato alla ludopatia

BELLA – “Quando il gioco si fa duro”. Questo il tema dell’incontro che si è tenuto nella sala consiliare del Comune di Bella. Incontro incentrato sulla ludopatia, ovvero la malattia del gioco. Una patologia “nascosta”, in quanto il giocatore patologico solitamente nasconde la propria dipendenza compulsiva per slot-machine, gratta&vinci e scommesse online. Spesso pagando a caro prezzo, e non solo economicamente, questa scelta sbagliata, in nome dell’illusione di poter cambiare la propria vita.
Promosso dall’associazione Filemone in collaborazione con il comune di Bella, l’associazione “Famiglie fuori gioco” di Potenza con la partecipazione della psicologa – psicoterapeuta Fausta Mangone dei servizi sociali di alcuni comuni dell’area Marmo – Platano, il presidente dell’associazione “Famiglie fuori gioco” Michele Cusato e Raffaella Lombardi. A moderare Davide Di Vito.
Un evento che ha offerto una testimonianza diretta e moti spunti di riflessione per sensibilizzare i presenti circa la piaga sociale del Gap (Gioco d’azzardo patologico). Michele Cusato ha raccontato, in modo crudo di essere stato un accanito giocatore: a causa della sua dipendenza, ha infatti perso il lavoro, gravissimi problemi in famiglia nonché ingenti debiti accumulati. Questa situazione disperata lo aveva spinto a fuggire da Potenza, a un passo dal suicidio, ma l’amore per le figlie lo ha salvato. Ha incontrato l’ssociazione, che lo ha aiutato a cambiare vita e di cui oggi è il primo rappresentante. «Non bisogna cambiare strada, per uscire da un abisso del genere – spiega – è necessario cambiare totalmente stile di vita e ricercare la via della verità. Io ora conto il tempo: sono 1623 giorni che non gioco più». Lombardi ha spiegato che «spesso si cade nella ludopatia a causa della necessità di colmare un vuoto, è come la dipendenza da alcool o droga. Per questo la nostra associazione lavora a contatto con il Serd (Servizi per le dipendenze)».
La Mangone, rispondendo anche a molti quesiti provenienti dai presenti interessati, ha precisato: «La ludopatia è dovuta a vulnerabilità di tipo individuale. Per questo motivo è necessario partire dalla prevenzione nelle realtà di un territorio, per poi agire in profondità sulle concause della dipendenza, affinché l’individuo in difficoltà possa liberarsene definitivamente e in modo efficace, senza rischiare pericolose ricadute». Chi gioca perde sempre. Prevenire equivale a vincere.

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