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Il tribunale di Potenza

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POTENZA – Mai intascate mazzette al Comune di Venosa. È quanto sostenuto ieri con forza dal responsabile dell’ufficio legale dell’amministrazione oraziana, Donato Mennuti, dalla dirigente dell’ufficio Ambiente, Elisabetta Pescuma, e da Antonietta Campanale degli Affari generali.

Col loro esame, ieri mattina davanti al collegio del Tribunale di Potenza presieduto da Rosario Baglioni, è arrivato alle battute finali il processo nato dalle accuse dell’imprenditore Rocco Cavallo. Per la prossima udienza già fissata per il 7 aprile, infatti, sono previste la discussione di accusa e difese. Poi il collegio dovrebbe ritirarsi per la decisione.

Gli episodi contestati sono tre, il più datato dei quali risale al 2010.

Ai militari della compagnia carabinieri di Venosa, Cavallo ha raccontato che Pescuma, che all’epoca guidava l’ufficio Lavori pubblici e urbanistica, avrebbe ricevuto 700 euro «per fargli aggiudicare dei lavori da parte del Comune di Venosa, e agevolarlo nei pagamenti».

Due anni dopo invece, sperando sempre di ottenere lavori e una corsia preferenziale nei pagamenti, Cavallo avrebbe “omaggiato” Campanale, «istruttore amministrativo (…) addetta all’ufficio di segreteria del sindaco». Che all’epoca era l’avvocato Bruno Tamburiello. Un omaggio consistito, stando a quanto riassunto dal pm nel capo d’imputazione, nell’«assunzione temponea in nero» alle sue dipendenze del marito di Campanale.

L’imprenditore, legale rappresentante della cooperativa sociale Team Pegaso, ha raccontato – infine – un’ultima regalia consegnata a Mennuti ad agosto del 2016. Trecento euro in contanti, che sarebbero serviti a convincerlo a «non esperire le attività difensive in sede giudiziaria» per conto del Comune di Venosa, rispetto ad alcuni pagamenti pretesi dalla cooperativa team Pegaso. In particolare: un primo decreto ingiuntivo del Tribunale di Potenza, datato maggio 2012, per una fattura non onorata da 24.200 euro; e un secondo decreto ingiuntivo del giudice di pace di Venosa, del 2016, per una fattura da 5.800 euro datata febbraio 2015.

Oltre a Mennuti e Pescusa, assisiti dall’avvocato Antonio De Marco, e Campanale, assistita dall’avvocato Tamburiello, il pm Matteo Soave aveva chiesto di sentire in aula anche Cavallo, assistito dall’avvocato Nicola Spiniello, finito a sua volta a processo assieme ai destinatari delle sue regalie.

Ieri mattina, però, l’imprenditore non si è presentato. Quindi il collegio ha accolto la richiesta di acquisire nel fascicolo del dibattimento i verbali con le dichiarazioni rese ai carabinieri durante le indagini.

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