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POTENZA – Per ingraziarsi il boss di Potenza, Dorino Stefanutti, l’«ambasciatore» del Policorese Vincenzo Mitidieri avrebbe aiutato un rivenditore di frutta loro amico, a risparmiare sulle forniture nel Metapontino.

Così quest’ultimo, per sdebitarsi, avrebbe effettuato «continue consegne di frutta» al ristorante dell’ex moglie di Stefanutti, e a suo genero. Ma si sarebbe messo a disposizione anche per portare «due bistecche con il radicchio arrostito sopra», e «patate arrostite», a Mitidieri, appena uscito dal reparto di rianimazione del San Carlo di Potenza dopo essere stato ferito all’addome da un colpo di pistola. 

C’è anche l’asse della “frutta” con Policoro tra i filoni aperti dell’inchiesta dell’Antimafia lucana, su cui le prossime settimane potrebbero portare a clamorosi sviluppi.

Nel mirino dei pm c’è, in particolare, un «piccolo commerciante ambulante» di Senise, «in stretti rapporti» con uno storico esponente della malavita del metapontino come Mitidieri, «detto “Enzo”, alias “Nano feroce”». A un certo punto, infatti, sarebbe stato questo piccolo commerciante a diventare l’«ambasciatore» di Mitidieri «presso i sodali potentini». Una circostanza che sarebbe stata confermata, a luglio del 2019, da un’intercettazione in cui «si registrava un evidente intervento effettuato dai sodali di Policoro in favore di un commerciante di ortofrutta di Potenza (…), al quale consentivano di acquistare prodotti ortofrutticoli presso imprese assoggettate a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato o comunque praticati allo stesso sulla piazza di Potenza».

«Lo abbiamo caricare noi a Policoro, lo abbiamo fatto andare bene, ha pagato e ha benedetto! Hai capito? Perché quello teneva troppa sfortuna attorno che gli davano la roba già…»

 Queste le parole attribuite all’«ambasciatore» dagli investigatori della sezione anticrimine della squadra mobile, che hanno intercettato una sua conversazione con Domenico Carlucci, in carcere da quasi 2 settimane con l’accusa di associazione mafiosa.

«Tutto a quaranta centesimi lui… invece prendeva a un euro e dieci, un euro e venti (…) non è poco eh! Settanta – ottanta centesimi vedi che non sono pochi per la frutta». Così ancora il portavoce dei policoresi all’imprenditore potentino, considerato l’autista e il factotum di Stefanutti.

Il nome del rivenditore di Potenza sarebbe riemerso dai nastri degli investigatori 3 mesi dopo, quando Mitidieri si è ripreso dagli effetti della ferita all’addome provocata dal colpo di pistola esploso contro di lui dal titolare di un chiosco di Policoro considerato vicino a un altro storico clan del metapontino. Quello guidato dal boss Salvatore Scarcia.

A quel punto, infatti, Mitidieri avrebbe chiamato il suo ambasciatore per sapere «se il fruttivendolo potentino – omissis – fosse andato a rifornirsi regolarmente». Quindi avrebbe dato disposizioni per farsi recapitare un pranzo in ospedale di maggiore gradimento, rispetto a quanto offerto dalla mensa ospedaliera.

«E’ un favore che devi fare per forza (…) Si è risvegliato un amico nostro e vuole due bistecche con radicchio (…) Ha detto “se amico mio me le deve portare”». Così l’«ambasciatore» avrebbe spiegato la richiesta del boss policorese al loro nuovo amico potentino.

Richiesta che quest’ultimo si sarebbe detto pronto ad esaudire. «Mostrando – scrivono gli inquirenti – un’evidente stato di assoggettamento».

«Ma ci mancherebbe!» Questa sarebbe stata la risposta del fruttivendolo potentino. «Non lo deve dire neanche per scherzo». (l. a.)

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