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Francesco Piro, tra i politici coinvolti nell'inchiesta Malapolitica lucana

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Malapolitica Lucana, Leone e Piro si appellano al Riesame chiedendo l’attenuazione delle misure cautelari a loro carico

POTENZA – Potrebbero tornare in libertà per l’inizio della prossima settimana anche gli ultimi due indagati sottoposti a misure cautelari della maxi-inchiesta dei pm di Potenza sulla mala politica lucana. Nella giornata di ieri, infatti, i legali hanno già sottoposto al gip Antonello Amodeo l’istanza per la revoca degli arresti domiciliari nei confronti del consigliere regionale dimissionario Francesco Piro, eletto nel 2019 con Forza Italia.

Questa mattina, invece, è attesa la formalizzazione di quella contro il divieto di dimora a Potenza per Rocco Leone, già assessore regionale alla Sanità e consigliere regionale in carica di Fratelli d’Italia. Una misura, quest’ultima, per cui il mandato all’interno del parlamentino lucano dell’ex sindaco di Policoro è tuttora sospeso per effetto della legge Severino.

MALAPOLITICA LUCANA, PIRO E LEONE SPERANO NELLO STESSO TRATTAMENTO DI SPERA

A suggerire il deposito immediato delle istanze, dopo il sostanziale rigetto di quelle presentate a margine degli interrogatori di garanzia effettuati il 10 e l’11 ottobre, è stato il verdetto pronunciato mercoledì sera dal Tribunale del riesame. Con l’annullamento delle restrizioni per gli altri tre indagati raggiunti dall’ordinanza di misure cautelari eseguita il 7 ottobre. Vale a dire il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, che era sospeso dai pubblici uffici, oltre che per un secondo consigliere regionale forzista dimissionario, Franco Cupparo, che ha lasciato anche l’assessorato all’Agricoltura ed era sottoposto al divieto di dimora a Potenza, e per l’ex sindaca di Lagonegro Maria Di Lascio, rimasta per tutto il tempo agli arresti domiciliari.

La decisione del gip sulle istanze di Piro e Leone è attesa non appena sarà trasmesso al gip il parere del pm titolare dell’inchiesta, Vincenzo Montemurro, che per legge ha tre giorni di tempo per farlo.

LA PROCURA PUÓ PROPORRE RICORSO IN CASSAZIONE

Spetteranno, poi, allo stesso Montemurro e al procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, una serie di valutazioni sul prosieguo della maxi-inchiesta. A partire dalla proposizione, o meno, di un ricorso in Cassazione contro il verdetto del Riesame, che ha in buona sostanza smontato l’impianto delle accuse.

Gli inquirenti avranno 10 giorni tempo dal deposito delle motivazioni delle ordinanze del Riesame, attese al massimo entro gli inizi di dicembre, per stabilire se rivolgersi o meno alla Suprema corte. Sia sulla revoca delle misure cautelari che per l’aggravamento delle stesse che pure era stato chiesto – inutilmente – al Riesame.

Da considerare, però, c’è anche il peso che avrebbe un giudicato cautelare sfavorevole all’accusa da parte della Cassazione sull’esito di un eventuale processo per gli stessi fatti. A meno che ulteriori indagini ed acquisizioni cambino in maniera significativa il quadro indiziario a carico dei 3 già rimessi in libertà e dei 2 in attesa.

Piro e Leone, d’altronde, risultano indagati in concorso con Cupparo, Di Lascio e Spera rispetto alla totalità delle vicende appena ridimensionate dal Riesame. Nei loro confronti, quindi, residuerebbe un singolo capo d’imputazione, a testa, per tentata concussione. Ma non è detto che basti perché il gip mantenga le misure cautelari.

LE CREPE NELL’INCHIESTA E IL RITORNO IN LIBERTÀ DI SPERA, CUPPARO E DI LASCIO

Il ritorno in libertà di Spera, Cupparo e Di Lascio ha provato un certo disorientamento tra quanti hanno seguito da lontano la vicenda giudiziaria, che ha terremotato l’amministrazione regionale della Basilicata. Provocando, tra l’altro, le dimissioni di due membri del parlamentino lucano e lo scioglimento del Comune di Lagonegro.

Le crepe della maxi-inchiesta sulla “mala politica lucana”, però, erano state evidenziate in diversi articoli pubblicati sul Quotidiano del Sud. A partire dall’attendibilità dei due indagati trasformati in supertestimoni dagli inquirenti. Il discusso ex direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi; e l’ex segretario del governatore Vito Bardi, Mario Araneo, allontanato nell’autunno del 2021 dai vertici della Regione dopo le notizie pubblicate, sempre dal Quotidiano del Sud, a proposito dei furbetti del vaccino.

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