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Marcello Pittella

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Caso Maglietta, il processo si allarga: Spuntano altre nomine, anche recenti, come quella incriminata fatta dalla giunta Pittella nel 2018

POTENZA – Sarebbe una prassi tuttora in uso all’interno della Regione Basilicata, e non solo, quella di nominare professionisti già in pensione come commissari, regolarmente retribuiti, di enti e uffici in condizioni problematiche.

È quanto emerso, ieri, durante l’ultima udienza del processo a carico dell’ex governatore Marcello Pittella, più i membri della sua ultima giunta regionale (Luca Braia, Flavia Franconi, Francesco Pietrantuono, Carmine Castelgrande e Roberto Cifarelli), e altre 4 persone tra le quali l’ex direttore generale del San Carlo, Rocco Maglietta, per la conferma di quest’ultimo ai vertici dell’azienda ospedaliera regionale, a gennaio del 2018, con un incarico annuale da commissario regionale.

A esporre i precedenti e una serie di nomine analoghe effettuate anche in seguito dalla giunta regionale attualmente in carica, guidata dal governatore Vito Bardi, sono stati gli ex direttori generali del Dipartimento salute dalla Regione, Donato Pafundi, e della presidenza della giunta, Vito Marsico.

CASO MAGLIETTA, AL PROCESSO NUOVI CASI DI NOMINE SOSPETTE

I due ex dg, imputati per abuso d’ufficio in concorso con l’ex giunta Pittella, si sono sottoposti ad esame e contro-esame per spiegare la loro versione dei fatti, e hanno spiegato al collegio del Tribunale presieduto da Valentina Rossi le ragioni alla base della loro convinzione sulla legittimità della nomina di Maglietta. Nonostante le norme che dal 2012 precludono l’affidamento di incarichi pubblici retribuiti a chi già gode, come lui, di un trattamento pensionistico per anzianità.

Pafundi ha fatto riferimento, in particolare, a una circolare del 2014 del ministro del Semplificazione che avrebbe escluso le nomine alla guida di enti commissariati dal generale divieto di incarichi retribuiti ai pensionati.
Quindi ha evidenziato gli elementi che, a suo dire, avrebbero giustificato il commissariamento delle aziende sanitarie lucane.

A partire dalla mancata attuazione della riorganizzazione del sistema sanitario regionale avviata nel 2017. Per poi elencare una lunga serie di commissari-pensionati nominati dai vertici di via Verrastro prima e dopo Maglietta. Dall’allora commissario dell’Egrib, Gerardo Calvello, nel 2016, all’ex commissario liquidatore del Consorzio industriale di Potenza, Giuseppe Fiengo, scelto nel 2021 dalla giunta Bardi, nonostante i 70 anni compiuti e un discreto trattamento pensionistico già percepito.

LE SIMILITUDINI CON ALTRI CASI IN ALTRE REGIONI

Pafundi ha fatto riferimento, in realtà, anche a nomine simili effettuate dalla giunta regionale della Liguria, nel 2015, e nel Lazio, dal governatore uscente Nicola Zingaretti. Oltre che dal governo guidato da Giuseppe Conte, nel 2018, e poi confermate dal governo di Mario Draghi col visto della Corte dei conti.
Laddove i giudici potentini dovessero ravvedere estremi di reato nell’incarico affidato a Maglietta, insomma, quello che si prefigurerebbe è un effetto domino con la trasmissione degli atti alla procura di Potenza, e alle altre procure competenti per territorio, per procedere anche rispetto ad ognuna di queste altre nomine e ai loro illustri firmatari.

Si annuncia particolarmente delicata, in questo senso, la deposizione attesa per la prossima udienza, il 14 aprile, del governatore Vito Bardi, già inserito nella lista testi del legale che assiste Pafundi e Franconi, l’avvocato Clemente Delli Colli, proprio per riferire al collegio del Tribunale delle sue proprie nomine di commissari-pensionati. Almeno 4 secondo l’elenco stilato dai difensori.

Oltre al governatore dovrebbero essere sentiti anche due pilastri della squadra che ha affiancato il Bardi nella prima parte del suo mandato ai vertici della Regione: l’ex direttore generale del Dipartimento salute, Ernesto Esposito e l’ex capo dell’ufficio legislativo della presidenza della giunta, Antonio Ferrara.

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