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Il luogo della frana

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POTENZA – Si prospettano tempi lunghi (alcuni esperti della Protezione civile regionale che ieri mattina era sul posto hanno ipotizzato non meno di sei mesi se non addirittura un un anno ndr.) prima che via Trenta Carlini possa tornare così come era prima che il primo tratto di strada, che si imbocca dopo avere percorso via dei Mille e fiancheggiato il muro di conta che delimita la parte sottostante l’Agenzia delle entrate, sparisse letteralmente sotto la massa di terra che si è distaccata a seguito del cedimento del muretto di contenimento – muretto che sarebbe stato realizzato negli anni ‘70 – posto a margine di una stradina privata sovrastante la strada comunale.

Un fronte franoso di una ventina di metri che ha anche provocato il collasso di buona parte della stradina privata che porta alle quattro villette che mercoledì sera, in via precauzionale, il sindaco ha fatto sgomberare. A lasciare le abitazioni cinque nuclei familiari per un totale di diciotto persone.

Di queste diciotto persone, 16 hanno passato la notte scorsa al Park hotel, mentre due anziani sono stati ospitati a casa di parenti. E la permanenza al Park hotel si protrarrà, per decisione del sindaco Guarente che da mercoledì sera segue passo passo la situazione, almeno fino a domenica anche perché con i tecnici comunali e la Protezione civile è stato deciso di eseguire dei carotaggi per verificare eventuali movimenti del fronte della frana.

Da mercoledì sera il tratto di via Trenta Carlini, letteralmente scomparso, è stato chiuso sia dal lato che sbuca su via dei Mille sia da quello a monte (la strada la si può imboccare anche da via Giovanni XXIII all’altezza del biovio che poi conduce a Sant’Antonio la Macchia) nella sua parte terminale.
Le famiglie, in pratica, non possono accedere con le auto alle proprie abitazioni visto che la loro stradina in pratica non esiste quasi più.

E se la staticità delle abitazioni non sarebbe stata compromessa – le costruzioni sono state realizzate più in alto rispetto alla stradina privata – con il meteo in peggioramento (ieri solo è comparso il sole) e con previsioni che annunciano anche precipitazioni nevose l’amministrazione comunale ha deciso che per le cinque famiglie fosse meglio rimanere in albergo.

Dicevamo tempi lunghi per i lavori. E sì perché innanzitutto bisognerà procedere ad analizzare il tipo di terreno su cui è stata realizzata la strada privata e contestualmente procedere con la verifica di come è stato tirato su il muretto di contenimento che, almeno così sembrerebbe, avrebbe fondamenta poco profonde. Poi bisognerà verificare come si è proceduto con l’incanalamento delle acque meteoriche. Quindi già queste indagini necessiteranno di tempo. Poi si potrà procedere allo sgombero di quanto caduto su via Trenta Carlini e solo in un ultimo momento si potranno realizzare i lavori necessari per il ripristino del tratto di strada che a mala pena si intravede.

Come se questo non bastasse non è escluso che possa insorgere un contenzioso giudiziario visto che la strada collassata di sotto è privata come il muretto di contenimento che si è completamente staccato facendo poi precipitare di sotto la massa di terreno e trascinando giù anche un palo della pubblica illuminazione.
Insomma non sarà una situazione che potrà essere risolta in breve tempo. La soluzione, non immediata, potrebbe essere quella di realizzare una via di uscita utilizzando un tratto di un altra stradina a servizio di un’altra abitazione che si trova più a monte rispetto al tratto collassato. Questo potrebbe consentire alle famiglie di potere uscire di casa con le proprie auto, percorrere via Trenta Carlini e immettersi su via Giovanni XXIII . Ma al momento è solo un’ipotesi.

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