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Mario Guarente

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POTENZA – «OGNUNO si assume la responsabilità delle dichiarazioni che rilascia. Nel 2020 dire una cosa del genere è fuori dalla realtà».

Lo ha detto il sindaco di Potenza, Mario Guarente raggiunto telefonicamente nella giornata di ieri.

Pur prendendo le distanze dalle parole del consigliere Napoli (LEGGI LA NOTIZIA), un concetto lo ha voluto ribadire proprio sulla mozione.

«È una questione quella del ddl Zan che non è stato discusso solo nel Comune di Potenza bensì in tutta Italia ed è motivo di dibattito politico. Entrando nel merito, la maggioranza non ha mai contestato la parte relativa alle sanzioni».

Ha aggiunto il primo cittadino: «Siamo anche a favore a raddoppiarle le pene previste dall’ordinamento per chi commette violenza nei confronti di chiunque e sottolineo chiunque. Esiste la violenza che va condannata sempre e comunque».

«Detto questo dobbiamo lasciare la possibilità a ognuno di esprimere educatamente e nel rispetto degli altri le proprie opinioni».

Tornando poi sull’affaire Napoli ha aggiunto: «A me dispiace che un consigliere comunale abbia fatto un’uscita infelice che tra l’altro non ci rappresenta e non rappresenta il nostro modo di vedere le cose. Personalmente quando ero consigliere comunale ho partecipato alla giornata contro l’omofobia promossa dall’Arcigay perché ritengo che i diritti di tutti vadano tutelati e riconosciuti. Da qui passare poi per quelli che non siamo, fa dispiacere».

«Ma tengo a precisare – ha aggiunto il primo cittadino di Potenza – che si è aperto un tema politico rispetto al quale hanno preso posizione non solo il comune di Potenza ma tante realtà e istituzioni in Italia. Noi ribadiamo la nostra contrarietà a ogni forma di violenza e siamo a favore dell’inasprimento delle pene, ma tutti devono avere la possibilità di esprimere il proprio pensiero».

Guarente con la sua dichiarazione ha risposto anche alla presa di posizione del presidente dell’Anci Salvatore Adduce che, in una nota, ha chiamato in causa proprio il primo cittadino del capoluogo.

«Qui – ha detto – non è in discussione la legittimità di un voto da parte dell’Assemblea cittadina del nostro capoluogo di Regione. Piuttosto siamo sconcertati dalle motivazioni che hanno accompagnato la discussione che appaiono davvero pretestuose e come sta accadendo negli ambienti del più greve integralismo ispirato alle teorie del truffaldino Steve Bannon rischiano di precipitare la nostra comunità in una contrapposizione di cui non si avverte alcun bisogno».

«Attualmente – spiega il presidente dell’associazione dei comuni della Basilicata – il codice penale italiano punisce i reati e i discorsi di odio fondati su caratteristiche come la nazionalità, l’etnia o la religione (legge Mancino); con la legge in discussione potranno essere puniti allo stesso modo i reati di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere contrastando severamente proprio la cultura che alimenta l’odio per la diversità in particolare quella sessuale».

E ha aggiunto: «Sono certo che l’odg approvato dal consiglio comunale di Potenza non rappresenti il nostro capoluogo di regione, come non rappresenti la Basilicata».

Da qui la richiesta. «L’Anci rivolge un appello a tutte le forze politiche e sociali perché sia posto rimedio ad un pronunciamento sessista e discriminatorio. 

«Sono certo – ha concluso il presidente dell’Anci Basilicata Salvatore Adduce – che il sindaco di Potenza vorrà produrre una iniziativa che possa rappresentare al meglio il grado di civiltà del nostro capoluogo di regione».

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