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Mario Polese, vicepresidente del Consiglio regionale

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POTENZA – Il Pd lucano deve scegliere con chi accompagnarsi alle prossime elezioni comunali tra i renziani di Italia viva e il Movimento 5 stelle. E dimenticare gli «accordicchi» raggiunti in altre epoche in comuni come Melfi, che è il centro più grande dei 26 che andranno al voto in Basilicata, tra settembre e ottobre, per il rinnovo di sindaci e consigli comunali.

Si rivolge direttamente al neo-commissario regionale del Pd, Gianni Dal Moro, il renziano Mario Polese, vicepresidente del Consiglio regionale. A scatenare la sua reazione sono state le parole del senatore del Movimento 5 stelle Arnaldo Lomuti, che ieri, dalle colonne del Quotidiano del Sud, ha aperto al “modello Napoli” anche in Basilicata (LEGGI). Vale a dire al dialogo con Pd e Leu su programmi e nomi, all’insegna del rinnovamento, per i comuni che andranno al voto. Ma ha sbarrato la porta al dialogo con i renziani di Italia viva.

Niente intese con Italia viva alle prossime comunali in Basilicata, dice Lomuti, che invece apre al Pd e al resto dei suoi alleati di centrosinistra. Dispiaciuto?

«Invidio il senatore Lomuti per le certezze che ha. Evidentemente ha “visioni” di cose che tutti gli altri fanno fatica a immaginare. Detto questo prima sarebbe utile capire a nome di chi parla Lomuti. Se del Movimento 5 stelle, del partito di Conte, di quello di Di Maio o di Di Battista; se anche a nome di Gino Giorgetti piuttosto che del candidato presidente Antonio Mattia, solo per citare alcuni dei dirigenti locali della galassia grillina. Più in generale, e venendo alla politica, noi abbiamo sempre detto che non poniamo veti a nessuno ma restiamo coerenti con le nostre idee e con le esigenze locali. Aggiungo che al momento non esiste nessun centrosinistra, ma esistono due perimetri politici ben definiti: quello europeo che ha eletto Ursula von der Leyen e quello nazionale sul quale governa Mario Draghi. Noi offriremo la nostra piattaforma di idee e di proposte a queste forze politiche. Dopo di che chi ci starà sarà ben venuto, chi non accetterà pazienza: ce ne faremo una ragione senza stracciarci le vesti».

Pensa che il posto di Italia viva sia col Pd e il Movimento 5 stelle nelle prossime competizioni amministrative?

«Penso che Italia viva debba prioritariamente lavorare a federare tutti i liberali, moderati e riformisti. Il Pd deve scegliere tra i riformisti o il populismo massimalista. Non a caso è di poche ore fa la polemica tra un Di Maio che si scusa (lo fa anche strumentalmente ma noi comunque apprezziamo) e un Conte che ribadisce il giustizialismo di fondo del grillismo. Non credo che il Movimento 5 stelle sia un interlocutore adeguato oggi, anche per le gravi crisi interne. Per questo credo che il Pd debba scegliere cosa fare e dove stare. Decida liberamente ma faccia presto, non intendiamo aspettare oltre».

Quindi a Pisticci, dove c’è una sindaca M5s uscente in corsa per il secondo mandato, Viviana Verri, stareste col Pd al primo turno, ma in caso di ballottaggio M5s-centrodestra vi defilereste senza offrire il vostro sostegno agli ex alleati del governo Conte II?

«Nei prossimi giorni ci riuniremo per individuare la strategia nei comuni al voto alle prossime amministrative. In ogni caso credo sia sbagliato continuare a parlare di Conte bis. Il Conte bis non esiste più, per fortuna, e la maggioranza che lo sosteneva è ormai un ricordo poco felice, sbiadito nel tempo. Siamo nell’era Draghi e il merito e la preparazione hanno spodestato il qualunquismo e l’improvvisazione da “grande fratello”. Sinceramente io non ne sento la mancanza e credo anche gran parte degli italiani che in questi mesi stanno assistendo a un governo che ha oggettivamente cambiato marcia sia nella lotta alla pandemia che nella gestione delle crisi economiche e sociali».

Il commissario regionale del Pd, Dal Moro, venerdì da Potenza ha escluso la possibilità di intese “alla carta” alle prossime regionali, e chi era in sala ha colto un riferimento a Melfi, dove i dem ambiscono alla designazione del candidato sindaco della coalizione ma c’è già un aspirante renziano, e a Ferrandina, dove invece sosterrebbero ben volentieri il “vostro” Carmine Lisanti. Pensa che sia possibile un compromesso del genere?

«Innanzitutto il Pd deve dirci se Lomuti è il loro portavoce o se fa fede ciò che ha detto il commissario regionale Dal Moro, con il quale ho avuto anche il piacere di collaborare a stretto gomito negli anni passati. Potrei sbagliarmi, ma a me pare che le parole di “Gianni” siano state chiare. Le intese sono possibili ma è evidente che non si può confondere situazioni e condizioni diverse; a noi non piacciono i menù fissi. A Melfi non ci riguardano né interessano “accordicchi” di 10 anni fa; detto questo restiamo disponibili ad ogni confronto purché la traccia sia libera e la parola chiave sia discontinuità. Inoltre perché parliamo solo di Melfi e Ferrandina e non anche di Rionero e Bernalda, ad esempio? Con quale criterio giochiamo al gioco delle coppie? Parliamo di tutto oppure è evidente che ogni caso è storia a sé. Noi comunque, al netto di Lomuti o altri, siamo ben consapevoli di essere determinanti ovunque».

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