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Guardavo il mondo che, girava intorno a me (Lucio Battisti)
29 settembre
Vivo di proroghe, rinnovi. Ansia strozzata in gola, capelli da mettere in piega, spesa da fare e traslochi. Tanti traslochi, millesimi traslochi. Lunedì il prossimo, mini. Mini perchè ormai viaggio con una valigia, un pc e buste. Un numero smisurato di buste. Credo sia un vezzo italico quello delle buste, cioè, chiudi valige o scatoloni, e ti accorgi che qualcosa è rimasto fuori, e lo metti in una busta. E quelle si accumulano.
Ho cambiato, città, paesi. Ho vissuto ovunque. Centri storici e periferie. In case di proprietà, più spesso in affitto, in stanze, appartamenti. Villette e sottoscala. Palazzi al limite dello sgarrupamento e dependance di nobili magioni. Ho convissuto e condiviso camere e case. Amori, passioni e odi.
Senza mai chiudermi a chiave, che ho l’idiosincrasia delle chiavi. Da lunedì la prova estrema. Andrò a vivere, per un paio di mesi almeno, in un residence. Molto carino, nel giardinetto ci sono finanche i puffi e i nani, manca Biancaneve ma vabbè, la stessa è poco presente di solito. 
Una scelta di frontiera, il residence,  per me, intendo, giacchè li ho sempre legati, nel mio boschetto della fantasia, a immagini poco edificanti. Tipo uomini soli, o signorine belle di giorno. O tipi alla Marrazzo, per capirci.  Situazioni borderline, al limite dell’edificante. Ma io ho una fantasia fervida e alla fine le cose si rivelano sempre più banali di quello che vado immaginando
Vado a procurarmi qualche busta. Che ho il presente da sigillare, fino a novembre. Poi si vedrà. 
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