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Le sostanze stupefacenti arrivavano in Italia da Sudamerica, Marocco e Olanda. Coinvolte anche cosche di ‘ndrangheta di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria


Traffico internazionale di stupefacenti e stretti rapporti con le organizzazioni criminali di stampo mafioso. La polizia, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Brescia, ha eseguito oggi, martedì primo aprile 2025, 45 misure cautelari.

Trenta indagati sono in carcere, 12 ai domiciliari, 3 sono destinatari di altre misure.     

I provvedimenti, oltre a numerose perquisizioni, sono stati emessi nei confronti di cittadini italiani, albanesi e nordafricani residenti nelle province di Brescia, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Palermo, Roma, Milano, Foggia, Cosenza, Ragusa, Trapani, Mantova, Cremona, Pavia, Chieti, Bolzano e Biella, nell’ambito di un’indagine relativa a gruppi criminali che si occupavano del traffico di sostanze stupefacenti, importandole dal Sudamerica, dal Marocco e dall’Olanda e distribuendole dalla provincia di Brescia su tutto il territorio nazionale. 

Uno dei due gruppi aveva forti rapporti con esponenti delle organizzazioni mafiose ‘ndrangheta, Cosa Nostra, Camorra, Stidda e Sacra Corona Unita.

Sono due i gruppi criminali emersi dalle indagini della Procura di Brescia su un maxi traffico di droga che ha portato all’arresto di 45 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 87. Nel complesso contestato il traffico di circa 2.000 chili di cocaina, 1.500 chili di hashish e 700 chili di marijuana.

I GRUPPI CRIMINALI


Il primo gruppo criminale, che gravitava in particolare nella provincia di Brescia, avrebbe importato droga direttamente dai paesi produttori, nello specifico cocaina dalla Colombia – grazie all’intermediazione di una donna ritenuta collegata a soggetti del ‘clan del golfo’ – e hashish proveniente dal Marocco fatto transitare dalla Spagna, dove tra l’altro sarebbe scappato uno dei destinatari della misura cautelare, dichiarato latitante.

COINVOLTE LE COSCHE NIRTA E STRANGIO


Il secondo gruppo – del quale avrebbero fatto parte, oltre a cittadini albanesi, soggetti legati da vincoli di parentela con esponenti delle famiglie di ‘ndrangheta Nirta e Strangio di San Luca – avrebbe incentrato la gestione del traffico internazionale nella provincia di Brescia e, in particolare, a Gussago, in Franciacorta. Lì un vero e proprio quartier generale, adibito anche a sito di stoccaggio dello stupefacente proveniente dall’estero e destinato alla distribuzione su tutto il territorio nazionale.

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