X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

L’omicidio avvenne nell’estate del 1995 in una rivendita di autoricambi di Nocera Terinese

LAMEZIA TERME – In passato uno era già stato assolto e l’altro era stato prosciolto, e dopo l’arresto dei giorni scorsi ora sono stati scarcerati su richiesta del pm che ha depositato la sentenza di assoluzione prima non presente negli atti. Il gip di Catanzaro, Giovanna Gioia, ha infatti revocato la misura cautelare in carcere nei confronti dei cugini omonimi Bruno Gagliardi di 50 e 42 anni (quest’ultimo però resta in carcere per un altro omicidio con contestuale omicidio e per l’operazione Andromeda) per i quali lo stesso gip nei giorni scorsi – su richiesta della Dda di Catanzaro e sulla base delle indagini della Squadra mobile – aveva emesso per entrambi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso nell’omicidio di Gennaro Curcio commesso il 17 agosto 1995 all’interno della rivendita di autoricambi Ba.Is. di Nocera Terinese.

LEGGI LA NOTIZIA DELL’ARRESTO

Dopo che i due (difesi dagli avvocati Pino Zofrea per il 42enne e Nicola Venenziano per il 50enne) si erano avvalsi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia, il pm ha presentato istanza di revoca della misura cautelare in carcere poiché i due erano già stati giudicati (Bruno Gagliardi di 42 anni era stato assolto, mentre per il cugino di 50 anni era stato dichiarato il non luogo a procedere) in una precedente sentenza (depositata ieri dallo stesso pm) relativa all’operazione Ba.Is del 1998 che era stata condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Catanzaro che sottoposero a fermo di polizia giudiziaria, su ordine dell’allora sostituto procuratore Luciano D’Agostino, 13 persone (fra le quali i cugini Gagliardi) accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico internazionale di armi, sostanze stupefacenti ed estorsioni.

Nell’ambito di quella inchiesta sarebbero stati identificati i presunti mandanti di alcuni omicidi (tra cui quello di Curcio) verificatisi nell’estate del 1995 a Nocera Terinese e scoppiati nell’ambito di una faida all’interno del gruppo mafioso. Le indagini furono avviate sulla base di alcune dichiarazioni di Gianfranco Norberti, ritenuto un ex affiliato alla presunta cosca Bagalà, che iniziò a collaborare con la Procura antimafia di Catanzaro dopo essere sfuggito ad un agguato, accaduto nel settembre del 1995, a Sambiase, dove rimasero uccise, nella cosiddetta “strage di Sambiase”, Giovanni La Polla e Salvatore Ruberto (che sarebbero stati i mandanti insieme al pentito Norberti dell’agguato a Curcio) e altre due rimasero ferite. Norberti sfuggì all’agguato in quanto si era recato a trovare la moglie in ospedale dove era ricoverata in attesa del parto.

Norberti nel 1995 (due mesi dopo il delitto Curcio) e poi Gennaro Pulice a giugno 2015, parlarono dell’omicidio Curcio. In particolare Pulice ha confessato di essere stato lui l’esecutore materiale del delitto Curcio dopo che nel 1995 fu indagato e poi assolto. Ma a giugno 2015 si è autoaccusato di essere stato il killer di Curcio, dichiarando che Bruno Gagliardi di 42 anni sarebbe stato alla guida di una Fiat Panda utilizzata per l’omicidio e che per il delitto Curcio sarebbero stati poi uccisi per vendetta La Polla e Ruberto. L’omicidio Curcio sarebbe stato commesso perchè un “gruppo emergente” (di cui avrebbero fatto parte Norberti, Pulice, i cugini Gagliardi, La Polla e Ruberto) avrebbe voluto scalzare Carmelo Bagalà dal controllo delle estorsioni nei comuni di Nocera Terinese, Falerna e Gizzeria. Norberti per l’omicidio Curcio ha già riportato una condanna definitiva a sei anni e 4 mesi.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE