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La protesta dei lavoratori di Sarrottino

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I lavoratori lamentano «scelte scellerate da parte dell’azienda» che si traducono in «pressioni continue e disorganizzazione»

SARROTTINO (CATANZARO) – I lavoratori della Tim hanno avviato una serie di iniziative, senza nessun rifermento sindacale, per protestare contro le scelte aziendali che, secondo quanto evidenziato, «stanno umiliando la professionalità del personale e annullando anni di contrattazione, pensando di sanare bilanci o recuperare soldi per pagare amministratori con premi elevati».

In Calabria le manifestazioni di presidio si sono svolte nelle sedi Tim di Sarrottino, in provincia di Catanzaro, e Panebianco, in provincia di Cosenza, mentre l’autorganizzazione della giornata di lavoro ha interessato in particolare le realtà delle province di Catanzaro e Cosenza, oltre al territorio della Locride.

Il rappresentante Rsu Pietro Cannistrà (nella foto insieme a Celestino Foscolo e a Maurizio Benfatto) ha evidenziato che «le iniziative sono molto riuscite e sono in linea con quelle promosse a livello nazionale».

 

Secondo i manifestanti, «le scelte scellerate di un management, che quotidianamente vedono la nostra azienda pagare multe dell’Antitrust, vedono solo penalizzati lavoratori che da anni vivono in condizioni pessime, costretti a pressioni continue e disorganizzazioni nell’attività lavorativa, che ricadono poi sulla clientela e sull’immagine della nostra azienda».

I lavoratori hanno sottolineato che «questo è l’inizio di un percorso che vede la mobilitazione di tutti i lavoratori a fronte della situazione complessa che si è venuta a creare all’interno del gruppo Telecom Italia»

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