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Il furgone usato per l'attentato

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CATANZARO – Un nuovo drammatico attentato si è verificato nella notte a Londra dove tre attentatori hanno prima investito diversi pedoni e poi, scesi dal furgono, hanno accoltellato decine di persone causando almeno 7 morti e una cinquantina di feriti. Testimone del drammatico evolversi dei fatti anche un cittadino italiano originario di Catanzaro che lavora in un pub di Londra.

«Pensare a tutto quello che ha valore – ha commentato il giovane Vincenzo Marino – vedere una ragazza di 17 anni accoltellata a terra lì, a 50 cm da te, prestandole aiuto per come si può, anche dando solo una pillola di paracetamolo». Marino ha raccontato su Facebook gli attimi terribili vissuti durante l’attacco terroristico che ha colpito la capitale inglese.

Secondo quanto raccontato dallo stesso giovane, stava festeggiando il compleanno con la fidanzata giunta appositamente da Catanzaro, ed una coppia di amici quando si è scatenato l’inferno. 

«Questo – scrive – non è il migliore dei modi per festeggiare il mio 23esimo compleanno. Vedere la tua ragazza a Londra per celebrarlo insieme a te e finire all’interno dell’attentato non è bello. E’ tutto terribile tutto un tremolio, di voce di gambe di braccia. Solo chi vive certe cose può provarla».

«Gridare il nome di Allah prima di pugnalare con quei grandi e grossi coltelli da cucina – scrive ancora Vincenzo – non è la miglior cosa uno potesse sentire. La paura dei colpi di pistola, la gente che continua a piangere e a farsi il segno della croce. Il senso della vita io l’ho capito ieri, quando fingendo di essere l’uomo più forte della terra, ho sperato di poter riabbracciare i miei fratelli, i miei amici i miei cari ed uscire da quell’inferno illeso».

In conclusione, poi, Marinoha voluto «assicurare tutte quelle persone che continuano a scrivere che il mio telefono è morto, quindi l’unico mio modo di comunicazione è Facebook, volevo assicurarvi che io e la mia fidanzata stiamo bene, distrutti stanchi, adrenalinici, ridiamo e piangiamo nello stesso momento, stati confusionali e occhi rivolti verso il vuoto. Attimi che non augurerei neanche al mio peggior nemico. Come sono arrivato a casa ieri ho voluto abbracciare mio fratello, temevo di non poterlo più fare. È stato orribile, brutto e pauroso ma per fortuna avevo con me persone importanti. Un abbraccio a voi, e un buon compleanno a me, sperando questa volta di poter almeno mangiare un pezzettino di torta».

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