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Trasporto disabili

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CATANZARO – Non c’è pace per M. C., la studentessa affetta da una grave patologia congenita che frequenta il liceo scientifico “L. Siciliani”, e per la sua famiglia che, ancora una volta e per il terzo anno consecutivo si trovano a subire la negazione di un diritto fondamentale, quello dell’assistenza specialistica e più in generale dell’inclusione scolastica.

Lo scorso 11 settembre, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, il presidente della Provincia, Enzo Bruno, annunciava che «i servizi relativi al trasporto e all’assistenza degli studenti disabili negli istituti superiori di competenza provinciale saranno attivi da giovedì 14 settembre, data dell’avvio delle lezioni scolastiche in Calabria». In effetti, il servizio di trasporto scolastico è partito contestualmente alle lezioni, ma la stessa cosa non si può affermare per l’assistenza specialistica.

Nel primo giorno di scuola, infatti, è stata la madre della ragazza, per l’ennesima volta, a dover “supplire” alle mancanze delle istituzioni preposte provvedendo personalmente all’assistenza della figlia e sottraendo di fatto delle ore alla propria attività professionale. La dirigente scolastica è intervenuta tempestivamente per chiedere alla Provincia l’autorizzazione a impiegare le risorse residuate dal precedente anno scolastico per garantire il servizio. Richiesta accolta dalla Provincia ma che si è sostanziata nella copertura di sole 35 ore. Le 35 ore scadranno domani e da lunedì a M. C. sarà nuovamente negato il proprio diritto all’assistenza e all’inclusione scolastica.

Sebbene sia in corso una proficua interlocuzione tra il legale della studentessa, l’avvocato, Anna Giulia Pucci, e i dirigenti provinciali ad oggi del bando che garantirebbe la copertura del servizio per l’intero anno scolastico non c’è traccia. E fino a quando non sarà espletato (al vaglio dell’Amministrazione provinciale vi è lo studio di soluzioni che seppur temporanee consentirebbero di accorciare i tempi dell’erogazione del servizio) risulta evidente l’inaccettabile pregiudizio che ancora una volta andrebbe ad impattare sulla famiglia della ragazza.

Il precedente

Il 2016 è stato un anno da dimenticare per gli studenti della provincia di Catanzaro con disabilità che frequentano gli istituti superiori. Il diritto allo studio di decine di ragazzi è stato negato per oltre tre mesi dall’inizio delle lezioni. A settembre del 2016 la campanella non ha suonato per tutti. Un diritto costituzionalmente garantito, quello al trasporto e all’assistenza specialistica, è stato negato a causa di rimpalli di responsabilità tra le istituzioni coinvolte.

La cosiddetta legge Delrio ha di fatto ha di fatto trasferito le competenza dalla Provincie alla Regioni. Un passaggio che ha determinato un vulnus insopportabile per tante famiglie. Per quei padri e quelle madri costretti da una burocrazia farraginosa e da una politica distratta a supplire alle carenza di chi quei diritti è chiamato a garantirli. Dalle colonne di questa testata abbiamo raccontato le storie e i disagi di quelle famiglie. Di chi si è trovato costretto a sottrarre delle ore dalla propria attività professionale per assistere suo figlio durante l’orario delle lezioni. O di chi, come la madre di M. C., ogni mattina ha dovuto percorrere il tragitto per raggiungere l’istituto spingendo la carrozzina e portando con sé i libri e le apparecchiature sanitarie necessarie alle ragazza.

La storia di M. C. è stata portata alla ribalta nazionale dalla trasmissione giornalistica di Rai Tre, Report, con la tristemente celebre intervista all’assessore regionale all’istruzione Federica Roccisano. Il 22 settembre del 2016, il Quotidiano pubblicava la storia di M. C., evidenziando inadempienze e responsabilità.

Solo dopo il clamore mediatico suscitato dal servizio di Report, la Regione Calabria ha inteso intervenire anche se con ritardo. La denuncia era partita da Catanzaro, tuttavia ben presto ci si è accorti che il problema riguardava molti altri territori, da Vibo a Crotone, alla Locride.

Dopo una lunga battaglia mediatica e parlamentare con le diverse interrogazioni presentate dal deputato del Movimento 5 Stelle Paolo Parentela, e legali con l’avvocato Giulia Anna Pucci che ha presentato diffida nei confronti della Regione, è stato ripristinato il diritto allo studio di decine di ragazzi. Tuttavia sul tavolo del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, giace un esposto presentato dai genitori dei ragazzi con disabilità.

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