X
<
>

Mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Condividi:
4 minuti per la lettura

CATANZARO – Il Movimento Apostolico affidato ad un visitatore apostolico e a due “con-visitatori”. La Santa Sede dispone una visita apostolica per il Movimento, sorto a Catanzaro nel 1979 e riconosciuto come associazione privata di fedeli, approvata da mons. Antonio Cantisani, oggi emerito, nel 2001. Ieri mattina l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, su mandato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, ha radunato i sacerdoti e i rappresentanti delle aggregazioni laicali per dare pubblica lettura del Decreto del dicastero romano, che porta la data del 21 settembre 2020. Sono stati nominati Ignazio Sanna, arcivescovo emerito di Oristano e presidente della Pontificia Accademia di Teologia, come “visitatore”, e Mauro Cozzoli, professore emerito di Teologia morale alla Pontificia Università Lateranense, e Agostino Montan, professore emerito di Diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense, come “con-visitatori”, con funzione di aiuto e di consiglio.

L’indagine si rende necessaria – è scritto nel Decreto – per risolvere problemi di diversa natura (teologica, disciplinare, istituzionale, ecclesiale e patrimoniale) che riguardano il Movimento Apostolico. La visita apostolica, che dovrebbe cominciare già dal prossimo 13 ottobre, intende, quindi, fare chiarezza, in particolare, sulla “effettiva autenticità” dei fenomeni soprannaturali, sulle modalità di esercizio del ministero da parte dei sacerdoti che aderiscono alla spiritualità del Movimento, sull’organizzazione, sull’incompletezza normativa dello Statuto, sul discernimento vocazionale e sulla gestione dei beni.

Nel rendere pubblico l’atto della Santa Sede, l’arcivescovo Bertolone ha ripercorso alcuni brevi passaggi che hanno portato ad un intervento diretto da parte della Congregazione romana. D’altronde, non vi è mai stata una indebita ingerenza da parte di mons. Bertolone, che ha sempre agito con animo di padre e di Pastore. Fin dal 2014, infatti, l’ex Sant’Uffizio domandava la nomina di una commissione teologica per alcune questioni di natura dottrinale interni al Movimento, e mons. Bertolone chiedeva di soprassedere fiducioso di poter offrire quanto richiesto a tempo debito. Nel 2019, poi, è arrivata la richiesta da parte della Congregazione di avere informazioni circa la storia del Movimento Apostolico, degli Statuti, della sua conduzione, sia attuale che passata. E anche in questo caso mons. Bertolone ha provato a mediare, ma invano.

Infatti l’occasione che ha fatto scoperchiare il vaso di pandora è stata l’omelia pronunciata da mons. Bertolone il 7 ottobre 2019, in occasione dell’apertura della catechesi del Movimento, in cui invitava il Movimento Apostolico a ritornare al carisma originario, coinvolgendo in questo percorso Padre Costantino di Bruno, assistente Centrale e loro teologo sin dalla prima ora. Parole e scelta non da tutti accettate, all’interno del Movimento, ma necessarie, perché – come ha ricordato anche ieri l’arcivescovo – «il Movimento Apostolico come associazione privata di fedeli, approvata nel 2001 nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, è sottoposta alla vigilanza dell’Arcivescovo pro-tempore di questa Circoscrizione ecclesiastica, nonché alla vigilanza della Santa Sede». L’arcivescovo Bertolone, ha anche comunicato che nel perdurare della visita apostolica, per come disposto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, non è possibile programmare né la celebrazione di inizio anno pastorale delle catechesi né l’immissione di nuove consacrate. Tutte le questioni che attengono al Movimento – ha affermato – ora sono di competenza del visitatore apostolico.

Ma è la speranza, come sempre, a caratterizzare il discorso dell’arcivescovo Bertolone. «La Chiesa – ha concluso – è dei piccoli, perché ascoltano la sua voce e vivono di quella, con cuore puro anche se vulnerabile. Quando la sentono, chiunque parli, si emozionano, si commuovono, rinascono…. Fino a che ci sono questi, la Chiesa vive, è al sicuro: i peccati possono essere espiati e le ferite guarite, se ci si nutre di preghiera, di sano e serio discernimento e voglio evidenziare che il richiamo alla preghiera non è una scappatoia, un segno di debolezza, o una via di uscita innocua, ma il convincimento che solo lo Spirito Santo invocato sinceramente, umilmente con insistenza, può illuminare, guidare…sanare, purificare». Mons. Bertolone ha pure consegnato ai sacerdoti e ai laici una Lettera dal titolo: “Magistero, carismi, rivelazioni private, alcuni principi teologici per l’azione pastorale nella Chiesa”.

Nel testo è messo in evidenza il rapporto tra carismi, ministeri e autorità episcopale: «nessun dono carismatico – si legge nel documento redatto da Bertolone – può autorizzare o chiedere la disobbedienza o dispensare di sottomettersi ai Pastori della Chiesa, né può conferire il diritto a svolgere un ministero in autonomia dai doni gerarchici». C’è una domanda che risuona in questa vicenda e che mons. Bertolone consegna a tutti, quale invito alla riflessione e alla preghiera: «che cosa accadrebbe se si pregasse e si riflettesse di più, si mormorasse di meno e si agisse evangelicamente?».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE