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Il luogo dell'omicidio

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Ha chiesto l’ergastolo il pm Pasquale Mandolfino alla fine della sua requisitoria del processo che si sta celebrando davanti la Corte d’Assise di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin) contro Marco Gallo, 35 anni, presunto killer dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso a Lamezia nella tarda serata del 9 agosto 2016.

Per il pm non ci sono dubbi: è stato Gallo a uccidere l’avvocato, e sarebbero emerse analogie con altri omicidi che sarebbero stati commessi da Gallo. Il pm ha ricostruito la fase delle indagini in particolare relativamente all’identificazione della Bmw che l’imputato avrebbe parcheggiato in un luogo non molto distante dall’abitazione della vittima (luogo del delitto) raggiunta da un podista (secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini supportate dalle immagini di una telecamera) che sarebbe stato identificato in Marco Gallo.

I carabinieri riuscirono a individuare anche quel podista che fu immortalato dalle telecamere di videosorveglianza di un bar di via Marconi di Lamezia, nei pressi dell’abitazione di Pagliuso, e che la sera prima e la sera stessa del delitto dell’avvocato fu ripreso a correre anche in orari anomali. Secondo le accuse quel “podista” sarebbe stato il killer di Pagliuso che ha atteso l’avvocato nel giardino della sua abitazione, uccidendolo al posto di guida dell’auto del professionista.

Il prossimo 22 dicembre la parola passerà ai legali di Gallo e delle parti civili.

Come si ricorderà, a giugno scorso, dal gup con il rito abbreviato sono stati condannati all’ergastolo Pino e Luciano Scalise (padre e figlio di 63 e 43 anni) di Soveria Mannelli, ritenuti i mandanti dell’omicidio dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso. A luglio scorso la stessa Corte d’Assise ha inflitto l’ergastolo (il secondo)a Marco Gallo, perito elettronico e ritenuto un insospettabile killer, condannato al carcere a vita (con esclusione dell’aggravante mafiosa) anche per aver ucciso con cinque colpi di pistola la mattina del 24 giugno 2017 Gregorio Mezzatesta, di Soveria Mannelli (freddato in auto) dipendente delle Ferrovie della Calabria, ucciso per una vendetta trasversale secondo le tesi dell’accusa.

A Gallo il primo ergastolo gli è stato inflitto a novembre 2020 per l’omicidio del fruttivendolo Francesco Berlingieri, freddato con tre colpi di pistola in testa la sera del 19 gennaio 2017 davanti il suo negozio in via Fiume a Lamezia). Gallo è sotto processo anche per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Reventinum contro le cosche della montagna, in quanto ritenuto sicario della cosca degli Scalise. Gallo un mese fa è stato raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere poiché accusato di aver ucciso e bruciato il corpo dell’imprenditore lametino Domenico Gigliotti, barbaramente assassinato nel gennaio del 2015. Per gli inquirenti a incastrare Gallo le risultanze di una perizia balistica: i proiettili che hanno attinto Gigliotti, quelli sparati contro la sua abitazione (a ottobre 2014) e il proiettile estratto dal corpo dell’avvocato Francesco Pagliuso «sono stati esplosi inconfutabilmente dalla stessa arma».

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