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VALLEFIORITA (CZ) – «Nel pomeriggio di sabato scorso il nostro consigliere Bruno Giordano viene raggiunto da una comunicazione, tramite messaggistica istantanea, che lo informa di un’aggressione fisica subita da una donna nel Catanzarese, perché lesbica. Come Comitato Arcigay “I Due Mari” decidiamo di muoverci con estrema cautela e discrezione, soprattutto nel pieno rispetto della privacy della persona offesa e scongiurando ogni possibile ulteriore accanimento verso di lei».

È quanto denuncia il Comitato Arcigay “I Due Mari” Reggio Calabria riferendo di un episodio avvenuto nel Catanzarese. «Silvana – questo il nome della donna – vive a Vallefiorita (Cz), un centro che conta circa 1.500 abitanti. In un paese così piccino non è difficile immaginare che le notizie trapelino velocemente.
Ma, forse per quello che definiremmo eufemisticamente un eccesso di zelo, ad oggi nessun/a concittadino/a si è sincerato dello stato psicofisico di Silvana. Tutti/e sanno, ma nessuno/a agisce».

La nota prosegue: «Il nostro consigliere, successivamente contattato via telefono direttamente dalla donna aggredita, agendo in nostra delega raggiunge nella giornata di ieri la nostra amica a Vallefiorita. La trova con il volto tumefatto, una vistosa medicazione al setto nasale, la voce tremante e lo stato d’animo di chi ha maledettamente paura».

Silvana racconta lo «sconvolgente accaduto: la sera di giovedì 20 maggio, mentre si trovava in balcone intenta a fumare una sigaretta, viene insultata pesantemente più volte dal suo vicino di casa – che dimora ai piani inferiori e che si trovava anch’egli in balcone – con veemenza e con l’inequivocabile intento di incutere timore: “Lesbica schifosa puttana! Ti dovrebbero ammazzare! Sto parlando proprio con te, lesbica schifosa!”. Incassata tutta questa serie di epiteti, la donna scende al piano dove risiede il suo persecutore (che già in passato si era reso protagonista di comportamenti intimidatori) manifestando il suo più che comprensibile disappunto per le ingiurie ricevute. Trovatosi dinnanzi alla nostra Silvana, il vicino persevera nel palesare la sua omofobia e assesta una tremenda testata dritto sul setto nasale. L’aggressione avviene con la complicità della moglie del vicino e di altri due adulti, che immobilizzano Silvana e le sottraggono il telefono. Una volta riuscita a divincolarsi e a riavere indietro il suo smartphone, la donna contatta il numero di emergenza 112 e viene raggiunta da una pattuglia dei Carabinieri. Successivamente, la donna è costretta a rivolgersi alla Guardia Medica prima e successivamente anche al Pronto Soccorso di Catanzaro per sottoporsi ad accertamenti».

La ricostruzione prosegue: «Tutto ciò avviene mentre il cellulare di Silvana era impegnato in una conversazione telefonica con la fidanzata della donna, non residente in Calabria, che ha udito nitidamente gli insulti e la richiesta di aiuto della sua compagna durante l’aggressione. Silvana ovviamente è ancora in stato shock, oltre che molto dolorante per il colpo infertole. Abbiamo motivo di credere che abbia subito danni anche all’arcata dentale: si è reso necessario l’intervento della sua dentista di fiducia per alleviare un fastidio scaturito a seguito della violenza subita».

L’Arcigay specifica: «I soggetti in questione sono già noti alle forze dell’ordine e al sindaco di Vallefiorita. Ci appelliamo a loro affinché facciano il possibile per tutelare Silvana: ora più che mai ha bisogno del sostegno di tutte le figure che sono a garanzia delle norme presenti sulla nostra Costituzione, in attesa che il Disegno di Legge Zan possa essere definitivamente approvato. A tal proposito, riscontriamo l’ennesimo caso in cui il Ddl in questione sarebbe stato fondamentale per fronteggiare queste gravi violazioni di diritti umani».

Il Comitato Arcigay “I Due Mari” di Reggio Calabria infine assicura che continuerà a «monitorare costantemente tutte le evoluzioni della vicenda. Sosterremo Silvana in questa battaglia con tutti i mezzi possibili per il riconoscimento dei suoi diritti di cittadina, di donna, di persona lesbica».

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