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Paolo Mascaro

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LAMEZIA TERME – Un altro capitolo sulla richiesta di incandidabilità nei confronti del sindaco Paolo Mascaro. La Cassazione (sezione civile) ha fissato per il 30 novembre prossimo la camera di consiglio per discutere dei ricorsi avanzati dalla Procura generale di Catanzaro e dal Ministero dell’Interno avverso la sentenza di secondo grado pronunciata dalla Corte d’Appello di Catanzaro – sezione civile – il 6 novembre 2019 (confermando quella di primo grado) che aveva respinto la richiesta di incandidabilità nei confronti del sindaco di Lamezia Paolo Mascaro. Nella stessa udienza in Cassazione anche i ricorsi degli ex consiglieri comunali Pasqualino Ruberto e Giuseppe Paladino (già vicepresidente del consiglio comunale poi sciolto per infiltrazioni mafiose) i quali invece sia in primo che in secondo grado sono stati dichiarati incandidabili.

La richiesta di incandidabilità nei confronti del sindaco, avanzata sia dal ministero dell’Interno che dalla Procura della Repubblica di Lamezia (dichiarato improcedibile in appello) è relativa allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose (quando Mascaro era sindaco poi rieletto a novembre 2019) confermato definitivamente dal Consiglio di Stato.

Secondo i ricorrenti, Mascaro, in qualità di sindaco “rivestiva una posizione di vertice, con la conseguenza che il mancato esercizio delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo, di vigilanza e di controllo a lui spettanti nei confronti nell’apparato burocratico integra la colpa”. Paladino e Ruberto, inoltre, rimasero coinvolti a maggio 2017 nel blitz antimafia “Crisalide” che, di fatto, determinò lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose decretato a novembre 2017.

Nel processo di primo grado Ruberto ex consigliere comunale e candidato sindaco nel 2015, a maggio 2019 è stato assolto “perché il fatto non sussiste”, mentre Giuseppe Paladino a maggio 2020 è stato condannato con il rito ordinario dal tribunale di Lamezia a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e assolto per corruzione elettorale. Tutte vicende collegate allo scioglimento del Consiglio comunale, vicende per le quali la Procura e il ministero ritengono Mascaro, Ruberto e Paladino «diretti responsabili». Una decisione molto attesa della Cassazione nei confronti di Mascaro il quale, se dovesse essere dichiarato incandidabile, rischierebbe la decadenza da sindaco.

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