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I negozi chiusi all'interno dell'Aeroporto di Lamezia Terme

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L’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, principale accesso aereo per la Calabria, pieno di saracinesche abbassate: tutti chiusi i negozi dell’airside

LAMEZIA TERME – Chiusi i negozi lato partenze “duty free” nell’area airside dell’aeroporto di Lamezia Terme. Sembra un paradosso, ma è la triste realtà per le migliaia di passeggeri che ogni giorno transitano dall’aeroporto.

«Come fate a chiamarlo internazionale se l’edicola è chiusa? Solo pubblicità, ma servizi zero» afferma un passeggero. Antichi sapori di Calabria ha la saracinesca sbarrata. Butterfly Boutique pure chiuso. Così il negozio dolciumi Sweet. Chiuso anche Bontà Nostrana con i prodotti tipici. Chiuso il negozio Vini.

Passeggeri seduti per terra: non ci sono sedie sufficienti. È dura quando si aspetta tante ore per i “normali” ritardi. Eppure sul sito Sacal campeggia l’area “Shopping”, aree commerciali situate nelle sale d’imbarco per diversi servizi:
shopping nei vari negozi, o assaporare un buon caffè, o gustare un piatto caldo, o consumare uno spuntino al volo. È rimasto aperto un unico bar.

Sacal ricorda anche la produzione enogastronomica calabrese con i prodotti e l’artigianato locale. Purtroppo, il bando che doveva garantire una gestione unitaria dei negozi è partito male, fin dall’inizio, giusto qualche mese fa.

Innanzitutto la tempistica: troppo a ridosso dell’inizio della nuova stagione voli con summer 2023. Poi il primo passo falso, subito contestato dai sindacati. «La storia si ripete – commentava Fortunato Lo Papa, segretario Fisascat Cisl Calabria, preoccupato dei livelli occupazionali – ancora una volta Sacal affida un servizio in gestione senza prevedere le clausole sociali. Un modo di procedere inqualificabile, specie per una società a partecipazione pubblica. Richiedendo un fatturato troppo alto per aziende calabresi, che quindi saranno escluse». Senza mai essere stato consultato, Lo Papa è stato costretto ad autoconvocarsi con una delegazione di lavoratori per scongiurare il rischio di perdita del posto di lavoro del personale dipendente.

Rassicurato il sindacalista sui rischi di perdita di posti di lavoro, sembrava che tutto fosse rientrato. Invece, Sacal spa non aveva previsto che i negozi esistenti non avevano ancora concluso il loro termine poiché a fine scadenza. Pare che i negozi abbiano fatto ricorso e in automatico si sono bloccati i lavori. «Un caos – commenta un lavoratore – così se va bene i lavori saranno terminati quando i turisti andranno via».

Dunque, una tempistica senza concertazione con le parti sociali sindacati e imprenditori dei negozi. Sarebbe da chiedersi se la scelta di un amministratore unico senza un cda che ne possa controllare l’operato stia creando grossi problemi alla Sacal per la gestione dei tre aeroporti, con un impatto negativo verso l’esterno e per chi lo ha scelto, visto che allo stato attuale Sacal perde soldi sul mancato introito per gli affitti e per le royalty sul fatturato dei negozi.

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