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COSENZA – I commissariamenti delle regioni potrebbero essere definitivamente sostituiti. Lo dice l’ultima bozza del patto per la Salute licenziata giovedì in conferenza Stato-Regioni. Una bozza forse “definitiva” che entro il cinque di dicembre dovrà essere valutata in maniera positiva dalla Conferenza delle Regioni. I prossimi passaggi istituzionali li ha spiegati lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza al termine della riunione.

«Sciolti i nodi fondamentali per il nuovo patto per la salute 2019/2021 – scrive – dopo l’incontro tra Ministero della Salute, Mef e Regioni. La prossima settimana il nuovo testo andrà in Commissione Salute e Conferenza Stato Regioni». Una rivoluzione importante sul fronte dei commissariamenti, che vengono valutati solo in caso di situazioni “estreme”.

E mentre le linee guida sui futuri commissari saranno messe a punto più in là, dopo aver trovato l’intesa in conferenza Stato-Regioni, viene messo a punto il meccanismo dell’affiancamento sui Lea per le regioni inadempienti. Si passa quindi da un commissariamento tout court ad un sistema di controllo delle criticità più soft, lasciando comunque alle Regioni il controllo del sistema sanitario e la possibilità di redigere i propri piani di rientro. Una notizia importante per la Calabria, da oltre dieci anni in gestione commissariale. A partire dal prossimo anno dunque entrerà in campo il Comitato Lea che dovrà valutare annualmente la performance delle Regioni in base a tre indicatori. Se si dovessero riscontrare delle criticità verrà chiesto alla Regione di presentare in 30 giorni un piano di risoluzione con necessarie tempistiche. Tutto, ovviamente, badando alla sostenibilità economica. In caso di mancata redazione da parte delle Regioni sarà il Comitato Lea a valutare e predisporre un piano di rientro. Qui entra in gioco il vero e proprio “affiancamento” dell’Agenas.

«La Regione – si legge nella bozza – è tenuta alla realizzazione degli interventi nei tempi e nei modi previsti dal piano approvato dal Comitato Lea, attraverso le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale e con il necessario affiancamento e supporto tecnico-operativo messo a disposizione da Agenas. Qualora si registri nel medesimo anno una valutazione insufficiente la Regione, valutata inadempiente, è tenuta alla elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale e operano tutte le norme vigenti in materia di piani di rientro».

Sarà dunque la stessa Regione ad avere la responsabilità di redazione di un piano di rientro se verranno rilevate criticità su due dei tre indicatori previsti sui nuovi Livelli essenziali di assistenza. C’è poi la questione economica di gestione del disavanzo. Gli affiancamenti partiranno con un disavanzo al 5%, ma una situazione di allerta già con lo sforamento del 3%. Aumentano anche i tetti di spesa per il personale sanitario dal 5 al 10%, con la possibilità di aumentarlo anche al 15% nel corso delle annualità. In questa nuova fase, però, mancano le misure per il superamento del precariato, che dovrebbero invece essere inserite nel maxiemendamento alla manovra finanziaria di questo dicembre.

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