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Un barbecue sul balcone

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CATANZARO – La tavola e la cucina saranno i protagonisti principali delle festività pasquali, in Calabria, considerata l’impossibilità di trascorrere le feste fuori dalle mura domestiche. Le restrizioni legate al coronavirus hanno spinto i calabresi a dedicare ancora più tempo alla cucina, puntando tutto sulla tradizione e i prodotti tipici. In questi giorni si sono moltiplicati gli appelli, anche attraverso i social, a consumare calabrese e italiano, come occasione di sostegno per le economie locali, ma anche per sentire un legame ancora più consolidato con la propria terra, come nel caso degli emigranti che non hanno potuto fare rientro in Calabria.

L’apparato di sicurezza messo in campo dalle forze dell’ordine è particolarmente straordinario (LEGGI), con posti di controllo ovunque e attenzione rivolta anche a quanti proveranno a raggiungere le seconde case nelle zone turistiche, In questi giorni di festa, d’altronde, la Calabria si gioca il contenimento del virus.

I protagonisti delle tavole saranno i prodotti freschi e di qualità, con le abitudini alimentari che non subiranno particolari modifiche rispetto agli anni precedenti.

Secondo Coldiretti Calabria, «l’emergenza coronavirus, che ci ha costretto a casa, ha cambiato solo in parte le abitudini di coloro che non vogliono rinunciare ai piaceri del palato, anche se si fa pesantemente sentire la chiusura forzata al pubblico di ristoranti, trattorie e agriturismi dove negli anni passati si registrava il pienone, con un taglio di almeno il 30% della spesa complessiva per il pranzo di Pasqua».

Per il giorno di Pasqua spazio anche alla pasta fatta in casa, caratteristica in tutti i periodi di festa, mentre tra i dolci primeggiano la “cuzzupa” e le “nepitelle”. Chiusi tra le mura domestiche, in molti hanno programmato una Pasquetta sui generis: l’immancabile barbecue sarà, infatti, allestito in balcone o nei giardini, volendo confermare la tradizione nonostante l’impossibilità di organizzare scampagnate al mare o in montagna.

Per i riti religiosi, invece, saranno i social a spadroneggiare come canale principale di comunicazione. A Cropani, centro in provincia di Catanzaro, la tradizionale “Naca”, la processione con la statua della Madonna che tiene in braccio il Cristo morto, che di solito richiama tantissime persone, è stata trasformata in un video di una passata edizione che è stato trasmesso, negli stessi orari in cui avrebbe dovuto svolgersi la manifestazione di fede (dalle 21 a notte fonda) sulla pagina facebook “La Naca”. Molte, invece, le parrocchie che hanno deciso di trasmettere le celebrazioni tenute dai parroci in diretta, come momento di unione della comunità. A Soveria Mannelli, il parroco ha compiuto da solo il percorso della “Via Crucis” tra le vie del paese, portando la croce in spalla tra la commozione dei fedeli affacciati alle finestre.

Davanti alle restrizioni per l’emergenza coronavirus, i calabresi che sono rimasti in altre zone dell’Italia o del mondo hanno ricevuto i prodotti tipici direttamente a casa. Secondo Coldiretti, infatti, sono ventimila i pacchi spediti dalla Calabria verso parenti e amici residenti in altre zone d’Italia o in Europa per “regalare” un legame concreto con i prodotti tipici e le tradizioni in vista delle celebrazioni pasquali.

C’è, dunque, un legame indissolubile con la terra d’origine, specie durante i periodi di festa. «Un pezzo di Calabria, prevalentemente agroalimentare – ha aggiunto Coldiretti – che rende felici le persone che sono lontane dalla propria terra e che racchiude un grande valore di affetto che scaturisce dal cuore di chi invia. Insomma, ci si ritrova, anche se lontani, insieme a tavola con le nostre eccellenze simbolo di unione e fraternità».

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