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CASTROVILLARI – Una storia triste quella del piccolo Nicola, il bambino morto carbonizzato all’interno dell’auto ritrovata a Cassano. Una storia fatta di sofferenza malgrado la tenera età di tre anni. Quando di anni ne aveva solo due ha vissuto la tragedia del carcere vivendo da detenuto nel penitenziario di Castrovillari insieme alla madre e che nel corso di quella detenzione ha dovuto assistere con lei, nella gelida aula bunker del penitenziario del Pollino, all’udienza del processo antimafia che la vede imputata in qualità di appartenente a una presunta organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. 

Appena venne arrestata, la prima volta, ad Antonia Maria Iannicelli, proprio in virtù del suo status di madre di tre figli – di due, tre e quattro anni – vennero concessi subito gli arresti domiciliari. Ma in seguito ha più volte violato le restrizioni imposte dalla misura cautelare meno afflittiva, che le è stata revocata tornando in carcere. Nell’ultimo caso, però, il piccolo Nicola, affettuosamente chiamato Cocò, non si sono riaperte però le porte del carcere perché è stato affidato al nonno, Giuseppe Iannicelli. Purtroppo oggi è giunto l’epilogo fatale della sua vita.
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