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Il tribunale di Castrovillari

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CASTROVILLARI (COSENZA) – Avevano preso di mira un disabile perseguitandolo con scherzi di cattivo gusto e arrivando persino a incendiargli la casa: il “branco” di teppisti, di cui facevano parte anche due minori, era balzato alle cronache nazionali nei giorni scorsi e destato clamore proprio per l’efferatezza dei comportamenti ai danni del poveretto (LEGGI).

Venerdì mattina i maggiorenni del gruppo (Salvatore Cerbino Briatico, Andrea Sasso e Mario Stabile), che erano stati arrestati e portati in carcere con l’accusa di incendio e violazione di domicilio aggravata, sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia. Davanti al giudice del Tribunale di Castrovillari, Biagio Politano, i tre (difesi dagli avvocati Luca Donadio e Vincenzo Viceconte) hanno confessato l’accaduto assumendosi la responsabilità delle condotte criminose. Stando a quanto riferito dai legali, i ragazzi avrebbero dichiarato di essere «pentiti» e «dispiaciuti» per quello che, a loro dire, doveva essere solo un momento goliardico ma avrebbe potuto trasformarsi in ben altro. A seguito di ciò e anche per lo spirito di collaborazione mostrato, per loro è stato disposto un alleggerimento della misura cautelare con il trasferimento ai domiciliari.

Nei giorni scorsi, anche i due minori, su cui pendono le medesime accuse, sono stati sentiti dal giudice del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro: analogamente ai loro compagni più grandi, anch’essi si sono professati colpevoli, ammettendo di aver compiuto quanto gli viene contestato: l’incendio, i gavettoni, le incursioni notturne nell’abitazione dell’uomo.

Per i due si apriranno ufficialmente le porte della comunità rieducativa alla quale sono stati assegnati, anche perché il collegio difensivo – composto nel loro caso dagli avvocati Lucio Rende e Roberto Laghi – non ha, al momento, avanzato la richiesta al Tribunale di rimodulare la misura, riservandosi del tempo per decidere. Forse perché la collocazione in comunità potrebbe essere la soluzione più idonea ai fini di una piena riabilitazione e di un allontanamento da un contesto di degrado ed emarginazione sociale.

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