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Un particolare del mausoleo di Belmonte Calabro

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COSENZA – Il progetto dell’Anpi di riconvertire in mausoleo di Belmonte Calabro, dedicato a Michele Bianchi, in un museo antifascista (LEGGI) ha provocato reazioni discordanti.

Secondo Michele Arnoni, avvocato cosentino e pronipote del podestà Fortunato Tommaso Arnoni, si tratta di una ipotesi da respingere, partendo dal presupposto che «se in Calabria oggi abbiamo grandi opere ed una certa storia urbanistica, lo dobbiamo sicuramente anche ad uomini delle istituzioni come Michele Bianchi: di Belmonte Calabro, socialista, sindacalista, politico, rivoluzionario e, soprattutto, grande urbanista, modernizzatore, futurista, dotato di lungimiranza e di visione».

Secondo Arnoni, cugino dell’omonimo autore del libro “Il podestà. Ritratto di Fortunato Tommaso Arnoni e del suo tempo”, Bianchi «da Ministro dei lavori pubblici ha promosso una stagione di opere pubbliche senza precedenti per l’Italia intera, ma in particolare per la sua terra, la sua amata Calabria, ed ancora più in particolare per la sua provincia di Cosenza, e la sua amata Sila: strade, piazze, ponti, acquedotti, ferrovie, scuole, ospedali, e tante altre opere, ancora oggi funzionanti e funzionali, lì dove vi erano paludi e detriti. Stagione di urbanizzazione che – sottolinea Arnoni – nella città di Cosenza vide il podestà Tommaso Arnoni proseguire l’opera di Michele Bianchi».

Per avvalorare la sua tesi, Michele Arnoni cita anche Pietro Ingrao (antifascista) che nel suo volume “Volevo la luna” scrisse: «Cosenza, che Michele Bianchi ha voluto bella».

Per questi motivi, Arnoni ha contestato il progetto dell’Anpi: «Alcuni matti antistorici, invece, nel maldestro tentativo di riscrivere e cancellare la storia, ne vorrebbero infangare il nome ed il suo Mausoleo in Belmonte Calabro, a distanza di oltre 90 anni dalla prematura scomparsa. In un periodo, peraltro, in cui le priorità dovrebbero essere ben altre, vista la pandemia in corso e la conseguente enorme crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo! È impossibile la rimozione di un simile personaggio dalla storia d’Italia e della Calabria – ha concluso Arnoni – visto che dopo di lui mai nessuno ha fatto così tanto per la nostra terra. Dopo quella stagione quasi il nulla cosmico, eccezion fatta per Giacomo Mancini, non a caso anch’egli Ministro dei lavori pubblici».

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