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UNA lite come ce ne sono tante. L’intervento dei presenti per ricondurre tutti alla calma, ma l’intromissione forse non è gradita e la situazione degenera. È la verosimile ricostruzione di quanto potrebbe essere accaduto martedì scorso, quando Alfredo Foggetti è stato raggiunto da due colpi di pistola.
Sono da poco passate le 20.30, quando Foggetti si trova nei pressi di via dell’Unità, nel quartiere di Andreotta di Castrolibero, dove vive. Il suo aggressore, forse dopo una discussione, impugna una calibro 9 automatica e spara più volte e mira dritto al petto. Il trentunenne cade a terra e viene soccorso da qualcuno che si trova nelle vicinanze. La corsa in ospedale e Foggetti viene immediatamente sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Al momento è ancora ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata.
Il ferimento del giovane fa subito rumore, perché Alfredo è parente di un collaboratore di giustizia. Le motivazioni dell’aggressione, però, non sembrano avere a che fare con la storia dei suoi familiari. Sul caso indagano gli agenti della Squadra mobile della Questura di Cosenza agli ordini di Angelo Paduano, che hanno ascoltato per diverse ore un 30enne del luogo, immediatamente dopo l’accaduto. Le prove a suo carico non sono schiaccianti e dunque non sarebbe stato emesso alcun provvedimento nei confronti dell’uomo già comunque noto alle forze dell’ordine.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le ore precedenti al ferimento e attendono che le condizioni di salute di Alfredo Foggetti migliorino, per avere la sua versione dei fatti e capire se conosce il proprio aggressore. Molti dettagli di questa storia sono ancora coperti da segreto investigativo, ma una cosa è certa: la pistola automatica in mano all’aggressore è stata azionata con l’intento di nuocere il più possibile al bersaglio.
Il malcapitato Foggetti pare sia stato centrato per tre volte al busto e tutti i proiettili lo avrebbero attraversato da parte a parte, segno che la distanza fra loro doveva essere minima.
La presenza di altri bossoli sull’asfalto suggerisce poi che il pistolero abbia fatto fuoco altre volte. Contro chi? Verosimilmente in aria, magari per terrorizzare e disperdere i presenti, il che accredita la possibilità che quella sera in via dell’Unità vi fossero più persone. Questo è però è solo uno dei tanti nodi irrisolti del giallo di Andreotta.
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