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Aldo, vittima continua di episodi di bullismo

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COSENZA – Passeggiava tranquillo su corso Mazzini, quando un gruppo di bulli gli si è avvicinato e lo ha insultato. Lui ha reagito d’impeto, tirando uno schiaffo ad uno di loro. Poi è finito a terra, spinto violentemente dal ragazzo contro cui si era scagliato, perché stanco ed esasperato dall’ennesima presa in giro.

Aldo, “Arduzzo” come lo chiamano affettuosamente in tanti, a Cosenza lo conoscono praticamente tutti: smilzo, sulla sessantina, capelli bianchi e carattere eccentrico. «Una persona con qualche disturbo mentale», lo descrivono molti, «ma buono come il pane». «Uno che non ha mai fatto male a una mosca», insomma. Eppure, quello di ieri è solo l’ultimo episodio di bullismo che ha dovuto subire nel tempo, la punta dell’iceberg di un trend di ingiurie e offese, insulti e umiliazioni di cui è vittima da molti anni.

Alcuni momenti dell’alterco davanti alle vetrine di H&M sono stati immortalati da un video che circola in rete da ieri mattina. Una sequenza breve, poche immagini che riguardano l’acme dello scontro, solo una tra le varie riprese che lo vedono protagonista ignaro di un gioco crudele, tirato su suo malgrado, appositamente per schernirlo.

Dai social, in appena qualche ora, è partita una generale levata di scudi, un moto di solidarietà collettivo per difendere “Arduzzo”, troppo spesso nel mirino dei bulli. Sergio Crocco, presidente dell’associazione La Terra di Piero, dalla sua pagina facebook chiede che venga fatta giustizia, che sindaco, questore, prefetto intervengano per mettere la parola fine agli attacchi contro di lui. «Sono anni che mi batto per questa situazione, che adesso, in tutta sincerità, è diventata davvero insopportabile», si sfoga quando lo contattiamo al telefono. Sotto il post pubblicato ieri sera, i commenti pullulano: «Che vergogna», «Codardi e vigliacchi», «Squallore incommentabile», «Che tristezza, queste sono persone ignobili». «Lasciate in pace Aldo», recita lo slogan lanciato dallo stesso Crocco, nelle ultime ore condiviso da decine di cittadini.

«Un gesto che probabilmente non servirà a niente», precisa il padre della Terra di Piero sempre sulla sua bacheca, «ma che è necessario perché più rumore si fa e più abbiamo speranza che questo problema venga risolto. La comunità cosentina ha il dovere di reagire contro questa barbarie disumana».

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