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L’arrivo dei carabinieri al centro vaccini di Casali del Manco

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COSENZA – Erano duecento le persone prenotate ieri per la somministrazione del vaccino presso l’hub presilano di Casali Del Manco, ma, nelle prime ore del mattino qualcosa è andato storto, al punto tale da generare rabbia e malcontento tra i presenti all’appuntamento in attesa di ricevere il siero. È scoppiata una polemica che ha richiesto anche l’intervento dei carabinieri, contattati dalle persone sul posto e in fila da ore.

In tarda mattinata poi la situazione ha preso una piega diversa grazie all’arrivo dei vaccini, ma «resta l’amaro in bocca per quanto è accaduto», spiegano alcuni testimoni ai quali la dose è stata inoculata solo nel pomeriggio. Il malcontento e la reazione di rabbia erano partite da una comunicazione che annunciava la mancanza dei vaccini e un rinvio a data da destinarsi. In un primo momento per loro la comunicazione è stata la seguente: «Le prenotazioni previste oggi slitteranno, sarete tutti ricontattati».

Da un’interlocuzione telefonica avvenuta con l’assessore Francesca Pisani si apprende che l’Asp solitamente rifornisce il centro al mattino, ieri però quando le persone sono giunte sul posto i vaccini non erano ancora stati consegnati.

L’Amministrazione ha richiesto l’intervento del dottor Bozzo (che è il Responsabile) e preteso che intervenisse. Alla fine i vaccini sono arrivati e abbiamo ripreso con le somministrazioni». Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, per ora, ma non è la prima volta che un episodio del genere si verifica nella presila cosentina.

CONFCOMMERCIO: «VACCINATI IN REGIONE, LE CASSIERE ASPETTANO»

Il giorno dopo la chiusura del primo round di vaccinazioni per i dipendenti regionali (LEGGI) è ancora polemica. La Protezione civile via social tiene a specificare il fatto che la gestione della procedura è frutto di un accordo tra il commissario Longo e i sindacati, nato peraltro dopo la vaccinazione di massa dei soli dipendenti del dipartimento Salute di qualche mese fa, mentre i sieri utilizzati sono stati “misti”. Un po’ Pfizer e un po’ AstraZeneca.

Se, però, da una parte ci sono i dipendenti regionali tutti vaccinati, dall’altra si attende ancora di applicare il protocollo sui posti di lavoro. «Apprendere che la Regione ha vaccinato tutti i suoi dipendenti, applicando il protocollo che noi avevamo firmato, mentre le nostre imprese sono al palo mi lascia senza parole. È di oltre un mese la promessa che sarebbe stato possibile partire con le vaccinazioni sui luoghi di lavoro, ma così non è stato». Le parole sono quelle del presidente di Confcommercio Cosenza, Klaus Algieri.

«Nonostante l’ordinanza del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 numero 6 del 9 aprile 2021, prevedeva – prosegue Algieri – che la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro potesse avere inizio, compatibilmente con la disponibilità dei vaccini, in concomitanza con l’avvio della vaccinazione dei soggetti di età inferiore a 60 anni. Ed è ancora più frustrante vedere, con tanto di foto, l’esultanza della Regione che vaccina i propri dipendenti in casa sua, quando il 70% di loro lavora in smart working e percepisce regolarmente il proprio stipendio, mentre i cassieri del supermercato, le commesse dei negozi, i camerieri dei ristoranti, i dipendenti degli hotel che hanno vissuto la cassa integrazione e vivono quotidianamente a contatto con il pubblico, stanno a guardare».

«Perché questa disparità?», chiede Algieri, «i dipendenti della Regione sono migliori dei dipendenti del settore privato? Siamo pronti da un mese, e le nostre imprese avevano manifestato il proprio interesse a vaccinare i dipendenti, qualsiasi fosse stato il vaccino disponibile (a differenza di altri). Invece nulla, solo vane promesse».

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