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Un clochard dorme sulle gradinate del teatro Italia-Tieri

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COMUNQUE bella? Per adesso i giardini di marzo sono assediati dal brutto, ma magari dal 27 marzo le installazioni artistiche a tema musicale e la statua di Lucio Battisti rifaranno davvero il trucco a piazza Amendola. È mattina e in un angolo di questo pentagono ricavato tra il Busento e la nuova città pianeggiante, uno slargo che è stato durante il Ventennio teatro di altre cerimonie, tre anonimi clochard dormono in cima alle scale dell’Italia-Tieri, il cineteatro ancora (o meglio: di nuovo) in cerca di identità. Sul lato opposto, un altro girone dantesco vede scivolare i marginali del Centro di salute mentale: file al freddo, andirivieni, tensione. Dentro, i medici in prima linea: una categoria che qui lo è stata dai tempi pre-Covid. Fuori: cumuli di rifiuti emersi dopo i primi lavori di potatura, un ambulante che vende tappeti, una vecchia fontana assetata e colma di altra “munnizza”, gli elementi di panchine smembrate accatastati su prati spelacchiati.

Il chioschetto della (fu) cartoleria Sartù dopo una parentesi-bar è oggi in vendita, sullo sfondo ecco la Casa della Musica: finalmente una sfida vinta (grazie al Conservatorio). 1959, 1990, 2022 “Di illuminazione, piazza Amendola ne ha bisogno più di ogni altra, per una lunga gamma di ragioni, alcune delle quali anche di carattere morale…”: un ritaglio di giornale dell’11 febbraio 1959 (che lo storico Matteo Dalena ha pubblicato sui social) prefigurava la parabola discendente che il luogo avrebbe preso nei decenni a seguire.

La fu piazza Italia dove la vecchia Gil – per i cosentini “Gilla” – anni dopo un’occupazione (21 gennaio 1990) rinacque come teatro “Italia” e poi “Tieri”, è stata fino a qualche anno fa uno dei luoghi della prostituzione. Illuminazione (scarsa) nonostante. Sessant’anni fa era una piazza Bilotti ante-litteram: “Sarebbe opportuno – scriveva sempre il giornale locale – che l’amministrazione comunale cerchi di abbellirla, allestendo aiuole e piantando alberi. Un po’ d’ombra non farebbe male, specie quando d’estate si rischia di rimanere vittima di qualche colpo di sole!”. E così dopo i lampioni sono arrivati sia gli alberi che le aiuole, ma non sono bastati.

MOGOL-BATTISTI

Qualcuno passando si chiede dove arriverà quel cespuglio prima che intervenga il settore cura del verde in una piazza dolce di giorno (fredda di sera), tra gente per bene e gente per male. La fontanella di acqua azzurra acqua chiara, un’avventura – soprattutto dopo le 7 e 40 – immergersi nella confusione del mercato del venerdì. Quando la luce dell’est inizia a illuminare i tre homeless distesi sulle scale del teatro abbandonato, sempre lì, nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto: quello straniero che ti ferma per una lira (facciamo un euro) cercava la nuova America e oggi è tra due mondi, specchi opposti. Così forse è come la racconterebbero Rapetti e il compianto Lucio. Le allettanti promesse, la metro eccetera… Come sono attuali i classici!

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