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Marcello Manna

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Manna annuncia la consegna di un dossier sullo scioglimento del consiglio comunale di Rende al presidente Mattarella e attacca: «Forse eravamo un ostacolo per la città unica?»

RENDE (COSENZA) – UNO scioglimento «basato sul nulla». È questa la tesi che l’ex sindaco di Rende Marcello Manna ha ribadito nella conferenza stampa di ieri 19 dicembre 2023. L’ex primo cittadino non si arrende e annuncia che è in cantiere la preparazione «di un dossier con una richiesta d’intervento urgente al Presidente della Repubblica». L’obiettivo è far sì che Rende diventi «un caso nazionale». Davanti a un nutrito gruppo di ex assessori, ex consiglieri e aficionados Manna, a poco meno di sei mesi dallo scioglimento del Consiglio comunale di Rende per infiltrazioni mafiose e al conseguente commissariamento, esterna la sua rabbia: «Noi non conosciamo la relazione della commissione d’accesso, mi chiedo se nel terzo millennio sia una cosa normale».

Nella conferenza stampa una delle parole più in voga è stata «corto circuito». Black-out che, secondo Manna, sarebbero tutt’altro che accidentali. In primo luogo l’ex sindaco lamenta l’impossibilità di visionare la relazione della commissione d’accesso dopo il niet della Prefettura. Per quanto riguarda il ricorso Manna sottolinea di attendere una prima pronuncia ma riscontra un’altra anomalia. «Abbiamo deciso di saltare un grado di giudizio presentando un ricorso straordinario al Capo dello Stato ma l’Avvocatura ha deciso di opporsi e questo sta rallenta notevolmente l’iter», spiega.

SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI RENDE, NEL MIRINO DI MANNA ANCHE LA COMMISSIONE D’ACCESSO

Nel mirino di Manna finisce anche la stessa commissione d’accesso che ha operato nel Municipio da ottobre 2022 a marzo 2023. «Nella terna commissariale c’erano esponenti delle forze dell’ordine che hanno concorso a istruire le inchieste “Reset” e “Malarintha”. È evidente che non è stato rispettato il principio di terzietà. La normativa vigente non vieta una simile circostanza ma si pone quanto meno una questione di opportunità». Tranchant il giudizio sull’operato dei commissari. «Credo siano stati compiuti degli atti politici. Il primo di questi è stato senza dubbio la sospensione del Piano strutturale comunale senza dimenticare il mancato accesso alla rottamazione delle cartelle». «I commissari si sono inoltre opposti al nostro ricorso contro lo scioglimento. Se non è un atto politico questo. Mai accaduta una cosa del genere in Italia», sottolinea Manna.

Quest’ultimo, nel ribadire che tutti i bandi e le gare della sua amministrazione hanno seguito un percorso lineare, ha concluso con un particolare inedito. «Non solo non c’era puzza di bruciato a Rende – ha chiosato – ma il Riesame ha certificato che c’erano elementi del tutto contrari. L’esempio lampante è lo sfratto nei confronti di due soggetti in odore di mafia eseguito dal Comune per recuperare un immobile occupato abusivamente. Poco dopo mi è stata incendiata una macchina, ma in Prefettura questa cosa non l’hanno vista». Al centro del teorema di Manna ci sono le non meglio precisate manovre di «una certa politica».

IL VOTO IN COMITATO PER ORDINE E SICUREZZA DEL SINDACO E DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI COSENZA

L’ex sindaco torna sulla questione del voto espresso da Franz Caruso e Rosaria Succurro nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza in merito allo scioglimento. «In base alla relazione che ci è pervenuta Franz Caruso si è astenuto ma il sindaco di Cosenza ha dichiarato di essersi opposto allo scioglimento per la mancanza di atti da visionare. Succurro invece avrebbe votato a favore. Lo trovo un fatto inquietante e vorrei capire che tipo di motivazione politica c’è dietro questo voto», afferma in modo sibillino Manna. «La nostra amministrazione era libera, non rispondeva a nessuno. Forse volendo realizzare la città a qualcuno faceva comodo togliere di mezzo Rende?», l’interrogativo impregnato di provocazione che lancia Manna. J’accuse anche alle forze politiche, in particolare al Pd sull’atteggiamento assunto sul caso Rende.

«È in atto una narrazione offensiva nei confronti della città ma la politica resta silente. Lo fa il centrodestra ma anche il Pd, giocano alle “tre scimmiette”». Manna parla apertamente di «scioglimento politico» ma non attribuisce nomi e cognomi ai presunti strateghi di questo disegno. «Sono stato sindaco di Rende, presidente dell’Ato, dell’Anci Calabria. Forse davo fastidio a qualcuno. Bisogna essere più anonimi possibili perché in Calabria il potere politico-giudiziario non perdona. Sono convinto che con Jole Santelli tutto questo non sarebbe mai successo a Rende», la chiosa di Manna.

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