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COSENZA – Un pranzo slow nel regno del fast per un panino con prodotti locali. La macchina da guerra del reparto comunicazione di Mc Donald’s, si muove in grande stile per la promozione, non tanto, o meglio non solo di un panino, il “calabrese”, nel caso specifico, quanto piuttosto della linea, la Mc Italy (inaugurata nel 2008) che segue il corso delle tipicità regionali. Con scelte sempre più di qualità. Che in questo caso è rappresentata da due aziende calabresi, la Madeo e iGreco. San Demetrio Corone e Cariati spedite nell’empireo del colosso americano della ristorazione “veloce”. La iGreco, in particolare è anche fornitrice di Mc Donald’s Svizzera ed è in predicato con la Germania. Due, quindi, gli accordi stretti, il primo ormai consolidato dal 2010, è quello con l’azienda cariatese (in provincia di Cosenza), iGreco, chiuso come fornitori di olio, il secondo, più recente , con la Filiera Agroalimentare Madeo, per il Salame di Calabria, elemento protagonista e caratterizzante dell’ormai noto “panino calabrese”. Per rendere tutta questa operazione il più appetibile possibile, la Mc Donald’s, anche a smorzare le polemiche, tutte di casa nostra, sul perchè non ci sia la ‘nduja o perchè si usa salsa chorizto invece di una al peperoncino (calabrese), sta organizzando una serie di incontri nei ristoranti di punta della catena, il clou al Mc di Rende dove, il panino pur presentato non è stato mangiato, in compenso lo chef Carmelo Fabbricatore, coadiuvato nel servizio e in cucina, dagli allievi della scuola Alberghiera “Mancini” di Cosenza, ha rielaborato un pranzo, in stile Mc Donald’s senza essere un pranzo Mc Donald’s. Facendo perno su ingredienti tipici della catena, ivi compresi l’olio greco e il salame di Calabria Madeo, ha tirato su un pranzetto da gourmet. Che è poi il nome dell’iniziativa, Mc Gourmet, appunto. Il tutto accompagato da vini iGreco. Si è passati dall’antipasto, con il salame Madeo accompagnato da un crostino di pomodori secchi al primo, un riso carnaroli della Piana di Sibari, con pancetta tostata, formaggio cheddar e liquirizia (calabrese, of course). 

Un secondo tipico, hamburger servito però con un filettuccio al magliocco, una fetta sottile di cacio podolico e una millefoglie di patate ‘mbacchiuse (omaggio alla cosentinità). A chiudere un trittico di dolci tra cui ha spiccato la crema morbida con fichi dottati (calabresi, manco a dirlo). Insomma una sorta di panino decostruito, con elementi locali e della tradizione sposati ai tipici ingredienti che hanno fatto la forza e la potenza della catena di fast food, ristorante stellato per un giorno. Presente il gotha italiano del colosso americano e giornalisti a iosa. Il primo a prendere la parola nella breve conferenza stampa che ha anticipato il pranzo è stato Paolo Arena, licenziatario Mc Donald’s della zona che ha brevemente presentato i suoi “ospiti”: Enzo e Anna Madeo, Saverio Greco e Paola Bogadai, menu manager della catena. «La qualità si trova ovunque, basta saperla cercare» ha affermato Bogadai, ricordando come sia complesso e alto lo standard dei prodotti che entrano a far parte della grande famiglia Mc. Enzo Madeo, forse involontariamente, mette invece fine alle polemiche affermando di come, quando presentò tutti i prodotti dop della sua filiera, pancetta, soppressata, ‘nduja e salame, solo quest’ultimo ha superato il test dei consumatori e per questo poi scelto. Quanto al peperoncino, il vero e solo calabrese, è presente in tutti i suoi prodotti. Ringrazia Mc Donald’s per l’opportunità offerta di farsi conoscere in Italia e all’estero Saverio Greco, uno dei sette fratelli che gestiscono l’azienda iGreco. Insomma un lungo pranzo, tavole imbandite con peperoni e margherite, buon vino e ottime chiacchiere. Ora resta solo da assaggiare il “calabrese”. Che resterà in vendita solo fino al 20 novembre.
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