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Il tecnico del Cosenza Roberto Occhiuzzi

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Un disastro. Difficile trovare altri termini per descrivere l’esito della stagione del Cosenza Calcio, retrocesso ufficialmente in Serie C con l’ultimo atto di Lignano Sabbiadoro, dove i rossoblù hanno ceduto le armi ad un Pordenone che poteva contare su due risultati. Alla fine della giostra hanno vinto i “ramarri” e hanno perso i “lupi”.

Ma Lignano è solo l’apice di un campionato in cui in casa Cosenza è prevalsa una gestione, tecnica soprattutto, non molto brillante, per usare un eufemismo. A partire dalla società, rea di non aver calcolato i rischi in cui andava incontro tenendosi in casa un ds a tempo, passando proprio da quest’ultimo, che probabilmente ha proposto troppe scommesse nel momento dei rinforzi, per finire al tecnico Occhiuzzi, non esente da colpe ma lasciato solo e non tutelato per troppo tempo nonostante il roboante contratto triennale fattogli sottoscrivere nel settembre scorso, e ai calciatori stessi: in alcuni casi una mano non l’hanno data neanche loro, ma qui c’è da capire se per motivi tecnici o gestionali (l’inesistente politica dei rinnovi, unita alla precarietà del direttore sportivo, hanno prodotto forse i danni più irreparabili).

Solo tre anni fa il trionfo di Pescara e la prospettiva di un ritorno nel calcio che conta da sfruttare per elevare l’immagine di una piazza calcistica da troppi anni mortificata. Poi il campionato sella salvezza tranquilla e quello del miracolo post-lockdown. Evidentemente gli errori commessi nella scorsa stagione non sono serviti, non sono bastati. La pandemia è stata un danno, ma lo è stata per tutte le società della serie cadetta. Non può essere chiamata in causa per il fallimento registratosi in riva al Crati.

È necessario ripartire, adesso, ma le incognite sono tante. Tocca al presidente Eugenio Guarascio parlare alla città e ai tifosi. Che aspettano con ansia, curiosità e soprattutto tanta, tantissima rabbia. Una delusione dettata dal fatto che nessuno, finora, oppure in poche occasioni, è riuscito a sfruttare le potenzialità di un bacino d’utenza vasto e passionale. La Cosenza rossoblù sarebbe anche pronta a spiccare il volo, ma intanto si è vista tarpare le ali per l’ennesima volta nella sua storia.

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