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La copertina del volume

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Pubblichiamo di seguito la prefazione di Vincenzo d’Atri al volume Cosenza storia in Rossoblu, vera e propria bibbia per i tifosi del Cosenza.


Da più parti ed in più occasioni si è manifestato l’intento di scrivere una storia del Cosenza Calcio, che poi è la storia del calcio a Cosenza.

Non so perché l’intento sia rimasto sempre sulla carta quando altri avrebbero potuto realizzare l’iniziativa con minor fatica di quanto ne ho dovuto compiere io che non disponevo di adeguata documentazione.

Prima ancora che ad una meticolosa opera di ricerca ho dovuto fare appello ai ricordi ed alla cortesia di alcuni carissimi amici, primo fra tutti alla squisitezza di quell’appassionato sportivo che è il dr. Mario Cavalcanti che ha messo, a mia disposizione, preziosissimo materiale gelosamente collezionato da suo fratello Massimo, scomparso immaturamente dopo aver rappresentato per anni, un punto di riferimento preciso nel mondo sportivo
non solo cosentino.

Devo, comunque, subito precisare che scopo dell’iniziativa non è soltanto, anzi non è affatto, quello di raccontare la storia del Cosenza Calcio.

Lo scopo è molto diverso. Ho sempre ritenuto che quando qualcuno deciderà di scrivere una nuova storia di Cosenza sarà portato a ricordare quanti, operando nel settore politico ed in quello amministrativo, hanno contribuito a rendere la città bruzia più progredita. Ma non farà altri nomi. Trascurerà, cioè, quanti altri, pur in settori non meno importanti, come appunto quello dello sport, hanno dato per una Cosenza qualitativamente migliore, un contributo egualmente notevole, egualmente qualificante.

Questo volume fondamentalmente è diviso in due parti: la prima che va dalle origini del calcio a Cosenza (1912) all’ultima retrocessione dalla Serie B (giugno 1964); la seconda va dalla inaugurazione dello Stadio San Vito (settembre 1964) alla stagione 1985-86.

La prima parte -per motivi comprensibilissimi- è soprattutto descrittiva; la seconda è maggiormente corredata da cifre e forse riuscirà soprattutto utile agli addetti ai lavori.

Pur tuttavia è proprio la seconda parte che presenta più di un vuoto: perché non sempre ho trovato disponibili a raccontare, come effettivamente alcuni avvenimenti si sono succeduti, tutti quelli che nell’ultimo ventennio hanno ricoperto cariche di responsabilità in seno al massimo sodalizio sportivo della città.

Come se si fosse temuto di squarciare quei veli che, per buona pace di molti, almeno fino ad oggi, sono riusciti a coprire uomini e cose.

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