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CATANZARO – Dodici milioni e mezzo di euro in un fondo di Garanzia messo sotto sequestro e dodici persone indagate. Questo il bilancio di una operazione portata a termine dalla Guardia di Finanza che ha tra i suoi destinatari dieci dei componenti della precedente giunta regionale, guidata da Agazio Loiero, e alcuni dirigenti regionali.

Questi i nomi degli indagati: Domenico Cersosimo (all’epoca dei fatti vicepresidente), Damiano Guagliardi, Michelangelo Tripodi, Luigi Incarnato, Demetrio Naccari Carlizzi, Francesco Sulla, Mario Maiolo, Liliana Frascà, Silvio Greco e Mario Pirillo. A loro si aggiungono il direttore generale degli Affari dell’Unione europea Salvatore Orlando e la dirigente di settore Marinella Marino.

Nel dettaglio, il sequestro scaturisce da una serie di indagini svolte dalla compagnia delle fiamme gialle di Cosenza, sotto la direzione del procuratore di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo e del sostituto Paolo Petrolo, che hanno messo in luce delle presunte condotte illecite che sarebbero state poste in essere dai componenti della giunta regionale dell’anno 2009, insieme ai dirigenti dei settori 3 e 10 della Regione Calabria, tutti indagati a vario titolo per peculato. 

Nell’approfondire l’inchiesta si scopre che secondo la procura gli indagati «pur consapevoli dell’insolvenza patrimoniale e della completa inaffidabilità di alcune imprese che avevano richiesto l’assegnazione dell’incentivo, avrebbero costituito illegittimamente un fondo posto indirettamente a garanzia delle stesse aziende, distraendo risorse economiche destinate ad altre finalità. In questo modo – sostiene la procura – la Regione Calabria, da “soggetto garantito” contro il rischio di inadempimenti da parte delle imprese beneficiarie del contributo, è divenuta “soggetto garante”, facendo ottenere alle imprese coinvolte un ingiusto e duplice vantaggio». 

Tale vantaggio si sarebbe concretizza da una parte queste nell’accesso al finanziamento pubblico, la cui erogazione era assoggettata all’obbligo di presentare polizze fideiussorie bancarie, e alla tutela dalle conseguenze di un proprio inadempimento, in quanto, in tal caso, a rispondere sarebbe stata la stessa Regione Calabria, con il fondo di garanzia istituito e sottoposto a sequestro. 

Gli accertamenti effettuati, però, hanno fatto emergere una serie di problematiche sorte ancor prima dell’erogazione del contributo, in quanto le oltre 200 imprese che puntavano all’ottenimento dell’incentivo pubblico, sprovviste dei requisiti minimi di solvibilità patrimoniale richiesti, non avrebbero potuto ottenere una polizza fideiussoria da nessun istituto di credito disposto ad accollarsi un elevatissimo e già prevedibile rischio di insolvenza. Per questo la creazione del fondo di garanzia avrebbe consentito ad una banca di rilasciare le polizze fideiussorie e di conseguenza alle imprese, altrimenti escluse dal bando, di poter fruire illegittimamente degli incentivi all’occupazione. Infine, a seguito di controlli, effettuati nei confronti di numerose aziende coinvolte, è emerso che queste ultime hanno completamente disatteso il rispetto dei requisiti previsti dal bando, non incrementando in alcun modo il mercato del lavoro in Calabria.

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