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VIBO VALENTIA – «UN progetto di due anni che parte da luglio 2014, propedeutico alla nascita dell’Azienda regionale unica per l’edilizia residenziale pubblica con lo scopo di avere un quadro complessivo della realtà immobiliare pubblica della Calabria, oltre che in riferimento al contenzioso e alla riscossione dei canoni di locazione degli utenti morosi». Antonino Daffinà, commissario uscente dell’Aterp di Vibo, getta acqua sul fuoco dopo le polemiche che nella giornata di ieri sono emerse in varia ambienti cittadini circa gli incarichi che l’ente regionale, da lui guidato fino ai giorni scorsi, sta procedendo ad assegnare ad una trentina di persone. L’esponente politico di FI ha evidenziato anche come si tratti di una «attività rendicondata alla Regione le cui somme vengono liquidate su un progetto del Dipartimento dei Lavori pubblici. 

In sostanza, la nuova ondata di contratti sarebbe stata avviata nel 2015 solo perché l’Aterp, «non avendo un bilancio pluriennale, non poteva fare nel luglio dello scorso anno contratti a cavallo di più annualità». Daffinà, inoltre, ha voluto sgomberare il campo da possibili dubbi circa la matrice politica degli incarichi: «Si tratta di una trentina di figure in molti casi provenienti dalla provincia di Vibo e che, quindi, per tale ragione, non possono essere viste come connesse alle prossime elezioni comunali o alle primarie del centrosinistra, tanto più che io faccio parte dell’opposto schieramento politico». In riferimento, infine, alla commissione esaminatrice degli aspiranti all’incarico, Daffinà ha precisato che la stessa è «formata integralmente da dipendenti dell’ente ed in particolare dal dirigente Giuseppe Raffele che e dai funzionari Pasquale Cannatelli e Luciano De Pascali, nominati dal giugno scorso, ben prima di ogni competizione elettorale».

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