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PRIME decisioni dei magistrati sui fermi emessi dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Imponimento” contro il clan Anello-Fruci di Filadelfia.

Nella giornata di ieri è arrivata la convalida del gip del Tribunale di Lamezia, Emma Sonni, per 41 persone.

Il giudice ha confermato il provvedimento, disponendo la custodia in carcere per Antonio Anania, Francescantonio Anello, Giovanni Anello, Rocco Anello (29 anni), Tommaso Anello, Antonio Attisani, Angela Bartucca, Domenico Bretti, Vito Bretti, Simone Catanzaro, Antonio Cerra, Francesco Conidi, Vincenzo De Nisi, Domenico Fraone, Giuseppe Fruci, Vincenzino Fruci, Angelo Galati, Giuseppe Galati, Domenico Gallello, Giovanni Giardino, Ariosto Guzzo, Francesco Iannazzo, Pierodomenico Iannazzo, Teodoro Mancari, Giovanni Mastrandrea, Antonio Mazzotta, Giacomo Michenzi, Stefano Montauro, Nicola Antonio Monteleone, Francesco Notaris, Francesco Perugino, Rocco polito, Pasquale Rondinelli, Vincenzo Rondinelli, Gaetano Ruscio, Domenico Rutigliano, Francesco Serratore, Gino Stranges, Antonio Talarico, Francesco Antonello Trovato. A Monza, poi, il gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Nazzareno Bellissimo, accusato di essere al centro di un sistema collaudato di truffe all’Inail con la denuncia di falsi incidenti stradali sul lavoro finalizzati a riscuotere gli indennizzi dell’istituto previdenziale ed assicurativo.

A Catanzaro, poi, il giudice Barbara Saccà non ha convalidato il fermo nei confronti di Andrea Dominelli (difeso dagli avvocati Antonello Calvelli e Rocco Prestera), Giovanni Fabiano (avv. Gregorio Buccolieri e Paolino Rizzuti), Salvatore Giorgio (avv. Salvatore Giunone) e Domenico Rigillo (avv. Salvatore Marra e Giovanni Russomanno) disponendo l’immediata scarcerazione, mentre ha emesso ordinanza di misura cautelare in carcere per Vito Chiefari, (avv. Vincenzo Cicino e Russomanno), pur non convalidando il fermo.

Stessa sorte per gli imprenditori Franco ed Emanuele Stillitani, Daniele Prestanicola, Giuseppe Ruccella, Filippo Ruggero, Franco Tedesco, Massimo Gugliotta e Domenico Tripodi. Qui il provvedimento è a firma del gip Marina Russo. Si è ancora, infine, ancora in attesa delle decisioni del gip di Catanzaro per gli altri 21 indagati coinvolti nell’inchiesta Tra questi anche Domenico Lo Bianco, 59 anni, fratello di Paolino Lo Bianco e figlio dell’ex boss Carmelo, alias “Piccinni”, deceduto qualche anno fa in carcere a Parma.

L’uomo, assistito dall’avvocato Santo Cortese, ha risposto alle domande del gip di Vibo contestando le accuse che lo vedrebbero coinvolto in una presunta estorsione che ruota introno al Lido degli Aranci di Bivona. Lo Bianco ha chiarito dinnanzi al gip di Vibo Valentia ed in presenza del proprio legale che non vi è stata nessuna appropriazione dell’immobile e nessuna attività estorsiva posta nei confronti del Facciolo.

Al giudice ha quindi ribadito di utilizzare quella casa da circa 15 anni cioè dai tempi dell’alluvione che colpi il villaggio con il consenso dei vecchi proprietari per i quali ricopriva il ruolo di factotum svolgendo lavori di giardinaggio, di pulizia e di manutenzione generale. Per questo motivo, il Lo Bianco anziché ricevere un corrispettivo in denaro per l’attività lavorativa espletata ha usufruito della casetta. Al giudice ha anche ribadito che Facciolo non gli ha mai chiesto le chiavi dell’immobile altrimenti gliele avrebbe restituite senza nessun problema.

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