X
<
>

La Cittadella Regionale

Condividi:
2 minuti per la lettura

COSENZA – Sono arrivati i “commissari” dell’Esercito e della Protezione civile nazionale per aiutare la Calabria a migliorare il sistema vaccinazioni, ma ad accoglierli ieri non c’erano né il commissario Longo e né il delegato all’emergenza e dirigente Prociv Fortunato Varone. È la chiosa paradossale ad una giornata già di per sé molto complicata, visto il blocco precauzionale di AstraZeneca in tutto il Paese (LEGGI). Blocco che affanna ulteriormente la regione nonostante i numeri delle somministrazioni siano molto bassi.

Sono poco più di tredicimila, tra personale docente e forze dell’ordine, quelli che hanno ricevuto almeno una dose del vaccino in questione. E proprio il problema dei numeri, della scarsa efficienza del sistema che condanna la Calabria agli ultimissimi posti della classifica nazionale (siamo terzultimi con 174.863 somministrazioni su 256.500 dosi disponibili, vale a dire il 68,2% somministrato) è quello che ha spinto il nuovo commissario Figliuolo a mandare dei “pianificatori” di Esercito e Protezione civile da queste parti.

Ieri alla Cittadella la prima riunione non operativa è stata fatta senza i due “comandanti”. Il compito al momento è quello di passare in rassegna i punti vaccinali della Calabria e capire come agire per velocizzare tutto. Il problema è con cosa: AstraZeneca resta bloccato, con il grandissimo dilemma relativo a scadenze e stoccaggio. Pfizer è strettamente riservato agli over 80, quando disponibile (e non sempre). Di Moderna invece non c’è traccia, con il rischio richiami in più parti della Calabria che sta diventando sempre più concreto (LEGGI).

In questo contesto la Calabria subisce l’ennesimo commissariamento per manifesta incapacità nel gestire l’intera macchina dell’emergenza. Non solo, allo stato attuale l’intero sistema non ha più un briciolo di trasparenza. Il sistema delle prenotazioni attraverso la piattaforma delle Poste Italiane verrà attivato a macchia di leopardo a partire da oggi ma non c’è alcuna comunicazione chiara sullo stoccaggio delle dosi e su dove si trovano in questo momento.

In più c’è il problema dei sieri che non arrivano ai punti vaccinali. È accaduto anche ieri in provincia di Cosenza, nonostante le circa 81mila dosi a disposizione e mai somministrate in Calabria. Non c’è chiarezza neanche su quali vaccini sono attualmente disponibili in regione e in che modo vengono distribuiti ai punti vaccinali. Il problema è che in questa emergenza nell’emergenza, con un “commissariamento dei commissari” in atto, si è continuato almeno fino allo stop di AstraZeneca a lavorare a singhiozzo, con sistemi di prenotazione assolutamente inadeguati e personale ridotto al lumicino.

Lo dimostra il caos generato nei vari punti vaccinali della regione. Nonostante gli appuntamenti si continuano a prendere i consensi informati utilizzando carta e penna ed elenchi stampati. E molto si perde per strada, così tanto che molti vaccini o “rimanenze” sono quasi certamente finiti lì dove nessuno ne aveva diritto. Pratica che a quanto pare anche Figliuolo ha istituzionalizzato definitivamente, con effetti imprevedibili a queste latitudini. L’unica cosa certa è che l’arrivo di Prociv nazionale ed Esercito racconta l’ennesimo fallimento gestionale e manageriale della sanità calabrese, indipendentemente dal blocco di AstraZeneca.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE