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Centrale a biomasse

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Nuovi dettagli emergono dal blitz che ha portato a oltre 30 arresti tra presunti esponenti della ‘ndrangheta e i loro interessi sulle biomasse acquistate anche in Puglia

MESORACA – Veniva dalla Puglia la “sporcizia”, come la chiamavano gli indagati, che la compravano a basso prezzo. Erano scarti di lavorazione dell’Anas provenienti da interventi eseguiti su una strada statale. E chissà che aria respiriamo perché la “sporcizia” poi finiva nelle centrali a biomasse di mezza Calabria.

La ditta di famiglia del boss di Mesoraca Mario Donato Ferrazzo, a capo della cosca sgominata dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri con la mega operazione dell’altra notte, ditta di famiglia perché l’acronimo Fke usato per denominare la srl si ricava dalle iniziali dei nomi dei figli Francesco, Kevin ed Ernesto, prelevava materiale anche a Ginosa Marina. C’è un’intercettazione che proverebbe i contatti tra Francesco Trocino, longa manus del boss, e Giovanni Corrado, che gestiva impianti di compostaggio, trattamento dei materiali legnosi e rifiuti a Brindisi e a Ginosa.

LA ‘NDRANGHETA RECUPERAVA RIFIUTI E BIOMASSE ANCHE IN PUGLIA

E proprio in queste piattaforme era possibile reperire ad un prezzo conveniente il materiale (triturato) che interessava ai Ferrazzo, che intendevano acquistare appunto cippato non vergine. Il materiale, prima di giungere in centrale, doveva essere miscelato in modo da occultarne la reale provenienza. «Sì, però Corrà … tu non hai capito una cosa … quel materiale lì non è che si può scaricare Corrà … perchè se caricavi e scaricavi direttamente andava benissimo come dicevi tu … ma siccome non si può scaricare perchè c’è sempre qualco… una lattina di coca cola … un legno più lungo … una cosa … ho capito … il materiale va sempre … e non … pure se lo scarichi e lo pulisci».

Si trattava di materiale non certificato che, in quanto tale, non poteva essere conferito presso le centrali a biomasse ma che, in ogni caso, poteva essere legittimamente acquistato dalle piattaforme con regolare Documento di trasporto. Per poter consegnare il materiale alle centrali, i Ferrazzo avrebbero dovuto disporre di un apposito provvedimento autorizzativo. Intanto, Trocino chiedeva spiegazioni sul perché la merce fosse così tanto sporca da non poter essere neanche mischiata. Dalle espressioni utilizzate dai due interlocutori verrebbe fuori come il materiale fornito per essere poi conferito in centrale fosse della peggiore qualità, vero e proprio rifiuto: “…è misto di scarto …”, “…E c’è sporcizia…”.

Lo stesso Corrado contattava Serafino Rocca, dipendente della ditta Tpk di Domenico Vincenzo Nicolazzi, anche lui indagato, e anche in questa circostanza il dialogo lasciava presupporre che si trattasse di materiale “sporco”. Ecco cosa diceva Rocca: «mi sa che era più sporca…quel giorno quando abbiamo caricato di là…era più pulita…hai capito… che poi…che poi carico quella…quella leggera di sotto e poi gli faccio mettere quell’altra di sopra…marrone…per arrivare allo stesso peso…hai capito?».

MATERIALE DI SCARTO DELLA LAVORAZIONE DI MANUTENZIE DELLE STRADE IN PUGLIA

Ma che stava succedendo? Il materiale proveniva (almeno in parte) dai lavori di manutenzione e pulizia del sedime stradale svolti dall’Anas Puglia. Lo ammetterebbe lo stesso Corrado che faceva riferimento a un contratto per il ritiro di materiali «provenienti…da interventi…strada statale Anas». A commentare la pessima qualità era il boss in persona.

«Ohi Frà … di nuovo quella porcheria di materiale mi ha mandato quello». Ciò nonostante, l’azienda Fke, anziché restituire il materiale, lo miscelava e lo trasportava in biomasse, a Cutro, presso la centrale (ex Marcegaglia) gestita dalla Serravalle Energy, sequestrata nell’inchiesta, perché Biomasse Italia spa aveva bloccato i conferimenti all’impianto di Crotone che in quel periodo storico avvenivano mediante l’azienda dei fratelli Spadafora di San Giovanni in Fiore, anche questi rientranti nel cartello di imprese contigue ai clan sgominato dalla Dda.

La conferma verrebbe dalla viva voce del figlio del boss. «Là non può più scaricare… hanno bloccato del tutto a quello là». E il padre: «Che non era buono il materiale? per…per il fatto nostro?». «Per il materiale… sì…gli hanno bloccato l’Ada». Il riferimento era all’autorizzazione di approvvigionamento». Commentando le caratteristiche del composto ricevuto da Corrado ed in procinto di essere “lavorato”, Trocino faceva notare all’interlocutore di aver constatato la presenza di interi blocchi di cemento, «tipo quanto un mattone… ne abbiamo trovati sei».

L’affare intrecciato con la Puglia (legato alla miscelazione tra il materiale legnoso “pulito” e quello “sporco”) proseguiva dal 2016 al 2017 fino ad interrompersi per una questione meramente economica. C’è un’intercettazione da cui emerge che il materiale era spesso di dimensioni non conformi e quindi necessitava essere triturato, operazione che, aggiunta ai costi di trasporto, non rendeva più tanto conveniente l’acquisto. «Ed ho visto che c’è spazzatura affianco … però dentro il materiale ho visto che c’è qualche carta».

‘NDRANGHETA, BIOMASSE E LA SPORCIZIA DALLA PUGLIA: GLI ACCERTAMENTI TECNICI

Ulteriori accertamenti tecnici avrebbero dimostrato come nello stabilimento della Fke arrivasse materiale di scarsa qualità miscelato a scarti o comunque a materiale non conforme alle normative che ne consentono il conferimento alle centrali. Ecco le avvertenze del boss che controllava direttamente il ciclo produttivo ed è stato immortalato nei piazzali. «L’hai visto quel cippato nero di là … poi domani mattina quando arrivi ci sono delle carte lì … che si vedono … le devi togliere che domani forse viene un controllo».

Anche Trocino contattava due autisti affinché avessero l’accortezza di scaricare, in quei giorni, presso la centrale a biomassa di Crotone, solo materiale conforme e di qualità – pratica che a quanto pare era un’eccezione – a causa evidentemente di stretti controlli che si registravano in quel momento storico. Meno controlli c’erano, invece, alla centrale direttamente controllata dalla cosca. «Per non andare di nuovo a Crotone … carichi quello più … immischiato e lo portate a Cutro».

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