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Adolfo Proietto

CROTONE – Sarebbero stati numerosi – forse una quarantina – i punti di sutura alla gola necessari per M. T., 53enne noto gestore del centralissimo bar Manhattan, accoltellato, a quanto pare, da Adolfo Proietto, un 51enne che soltanto pochi giorni prima era stato arrestato per il possesso di sei chili di hashish.

L’uomo, che si trovava agli arresti domiciliari, sarebbe entrato nel bar e dopo un diverbio con l’esercente, che lo invitava, secondo alcune testimonianze, a non spacciare e a non fumare, se ne sarebbe andato senza pagare e subito dopo sarebbe rientrato nel locale aggredendo il gestore.

Fortunatamente Proietto non ha colpito la giugulare, anche se con uno dei fendenti l’ha sfiorata, e il gestore non sarebbe in pericolo di vita. Ma sono stati necessari numerosi punti di sutura, sia alla gola che al capo, praticati dai sanitari dell’ospedale San Giovanni di Dio.

L’episodio è accaduto l’altra sera; dopo poche ore, ieri mattina i carabinieri della Compagnia avevano già arrestato Proietto; le accuse sono quelle di evasione e tentato omicidio. Colpisce il fatto che l’uomo si sarebbe dovuto trovare agli arresti domiciliari, dove l’aveva mandato, un paio di giorni prima, il giudice Elvezia Cordasco dopo che gli investigatori della Squadra Mobile della Questura l’avevano sorpreso, lungo la strada consortile, a bordo di un’autovettura mentre trasportava 600 grammi di hashish, suddiviso in sei panetti sui quali era impresso il logo di un noto marchio di moda, segno dell’ottima qualità dello stupefacente. Per bloccare Proietto era stato necessario un inseguimento perché alla vista dei poliziotti l’uomo accelerava repentinamente. Nella sua abitazione erano state rinvenute e sequestrate anche sei divise dei vigili urbani. Che se ne sarebbe fatto?

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