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BOLOGNA – È stata confermata in appello la condanna a due anni per Vincenzo Iaquinta, imputato nel processo Aemilia per reati d’armi.

All’ex calciatore, tuttavia, i giudici hanno concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena detentiva. La Dda aveva chiesto sei anni di reclusione per l’ex attaccante della Juventus (LEGGI).

Pena ridotta da 19 a 13 anni, invece, per il padre dell’ex campione del mondo, Giuseppe Iaquinta, imprenditore, accusato di associazione mafiosa.

Il processo di secondo grado di Aemilia ha preso avvio il 13 febbraio scorso nell’aula-bunker del carcere bolognese della Dozza. Dopo 10 mesi di udienze, oggi è arrivata la sentenza per 118 imputati.

GLI ALTRI IMPUTATI

Tiene in buona sostanza l’impianto accusatorio, in particolare sul riconoscimento dell’associazione ‘ndranghetistica emiliana legata alla Cosca Grande Aracri, con epicentro a Reggio Emilia, già peraltro confermata da pronunce passate in giudicato. Ma si riducono in modo significativo le pene, da oltre 1.200 anni di carcere complessivi del primo grado a circa 700 anni secondo, e si contano anche alcune assoluzioni di rilievo.

Tra gli assolti c’è l’imprenditore Gino Gibertini (8 anni in primo grado) l’unico per cui anche la Procura generale aveva chiesto l’assoluzione. «Come suoi avvocati, ci siamo battuti dal primo giorno per ottenere questo risultato. Dopo la condanna in primo grado, abbiamo rinnovato i nostri sforzi, fino al risultato di oggi, che ci gratifica e ci riempie di gioia e di orgoglio professionale», hanno commentato i difensori, gli avvocati Tommaso Guerini e Luca Pastorelli.

Tra i condannati, Michele Bolognino, per cui erano stati chiesti 28 anni, è stato condannato a 21 anni e tre mesi, mentre Gaetano Blasco si è visto comminare una pena di 22 anni e 11 mesi contro i 25 anni e 6 mesi chiesti dall’accusa. Sconti anche per Alfredo e Francesco Amato, per i quali era stata chiesta la conferma dei 19 anni e 19 anni e un mese decisi dai giudici di primo grado: i due, infatti, sono stati condannati rispettivamente a 17 anni e a 16 anni e 9 mesi.

Tra gli altri accusati di associazione mafiosa, Eugenio Sergio è stato condannato a 13 anni e 8 mesi contro i 17 anni e 6 mesi chiesti dall’accusa, mentre per Giuseppe e Palmo Vertinelli le pene sono, rispettivamente, di 16 anni e 4 mesi e 17 anni e 4 mesi. Sostanzialmente confermata la pena per l’imprenditore modenese Augusto Bianchini, condannato in primo grado a nove anni e 10 mesi, ha riportato una nuova condanna a nove anni.

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