X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

VERZINO (CROTONE) – «Aiutati che vieni aiutato… ti faccio prendere diecimila euro ma mi devi anticipare il 30%». Non c’era soltanto l’episodio per cui un anno fa fu condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per induzione indebita a promettere utilità in quanto avrebbe preteso mille euro dai familiari di una persona della quale aveva riconosciuto la patologia al fine di assicurare il buon esito di un contenzioso civile. Nicola Tallarico, medico 75enne di Verzino, peraltro consulente del Tribunale di Crotone, secondo l’accusa era recidivo e avrebbe in più occasioni preteso soldi per gli accertamenti in materia di invalidità e dei relativi benefici.

Per questo il gup del Tribunale di Crotone Michele Ciociola, accogliendo la richiesta del pm Pasquale Festa, ha disposto il rinvio a giudizio del medico all’udienza del prossimo 10 novembre, dinanzi al Tribunale in composizione collegiale, per altri quattro tentativi di induzione a promettere indebite utilità e tre tentativi di truffa.

In un caso l’imputato avrebbe avrebbe abusato dei suoi poteri di pubblico ufficiale tentando di ottenere una “percentuale”, non meglio definita nel capo d’accusa, per il riconoscimento dei requisiti sanitari per l’invalidità di una giovane la cui madre però si è opposta alla richiesta di compenso per la “facilitazione”.

In un altro caso, per la verifica dell’inabilità e della necessità di assistenza avrebbe preteso mille euro da un uomo che però si sarebbe rifiutato di pagare la somma.

E ancora, in un’altra circostanza, il medico avrebbe chiesto il 30% del beneficio all’esito di un accertamento. Un “anticipo” sull’aiuto, insomma. “Signora, se voi mi aiutate io aiuto voi” è la richiesta che l’imputato avrebbe rivolto, invece, a un’altra vittima alla quale era stato prospettato l’esito favorevole di una perizia in cambio di una somma imprecisata.

C’è anche una contestazione di tentata truffa poiché, in qualità di consulente del Tribunale, il medico avrebbe chiesto soldi in cambio della redazione di un certificato idoneo per il conseguimento del beneficio dell’”accompagnamento”. «Tu mi dai 1500 euro e io ti faccio avere l’accompagnamento» è la richiesta rivolta a ben tre persone offese che non si presentarono all’appuntamento per la consegna del denaro.

I fatti contestati si sarebbero verificati a Verzino nel 2019. Le indagini si sono ampliate dopo l’operazione lampo scaturita dalla prima denuncia. Dalla visita medica all’arresto in quasi flagranza passarono meno di sette ore. I carabinieri predisposero un servizio di osservazione monitorando l’incontro tra il medico e la donna a cui era stato chiesto il denaro. E registrarono tutto, anche il passaggio delle banconote. Erano fotocopie di contanti, anche se il medico non lo sapeva. Fu bloccato subito dopo la consegna del denaro, alle porte di Cirò Marina, mentre viaggiava in auto. La somma di denaro fu rinvenuta nel bagagliaio, avvolta in un foglio di carta. Successivamente altre vittime hanno parlato, raccontando un “sistema” che sarà oggetto del processo che inizierà a novembre.

L’imputato era difeso dall’avvocato Giovanni Allevato che ieri ha ricusato il gup Ciociola, il quale ha trasmesso gli atti alla Corte d’Appello di Catanzaro. Il gup non ha però accolto l’invito ad astenersi poiché la tipologia di reato per cui ha già condannato Tallarico è la stessa di quelli per i quali ieri ha disposto il rinvio a giudizio.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE