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Un frame dai video dell'operazione

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ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Trentatrè arresti (di cui 18 in carcere e 15 ai domiciliari); sequestro finalizzato alla confisca di oltre 6,5 milioni di euro; decine di perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria; un giro di fatture false a beneficio del Clan Arena per oltre 20 milioni di euro di un sodalizio mediante almeno 7 società “cartiere”, intestate a prestanome.

Questi, in sintesi, i numeri dell’operazione condotta dal comando provinciale carabinieri e dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, che hanno messo nel mirino esponenti della criminalità vicini alla cosca di ‘ndrangheta degli Arena di Isola Capo Rizzuto. I due comandi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone misure cautelari personali e reali emessa dal gip del Tribunale di Brescia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura bresciana.

FATTURE FALSE PER RICICLARE I SOLDI DEL CLAN ARENA: LE ACCUSE

Le persone arrestate sono ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività della nota cosca ‘ndranghetistica del Crotonese, con attività di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari. Gli arresti hanno avuto origine da una complessa attività d’indagine.

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L’inchiesta svolta dai Carabinieri di Bergamo ha avuto per oggetto inizialmente per condotte estorsive che sarebbero state poste in essere nella Bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati a ‘ndrine calabrese. Il coinvolgimento della finanza avviene per accertare per gli accertamenti di natura economico finanziaria nella ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Attività che vedrebbe interessate almeno 7 società “cartiere”, intestate a prestanome o a imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, per riciclare i proventi delle attività delittuose del clan ‘ndranghetista degli Arena.

Le indagini, poi, hanno portato al coinvolgimento di alcuni professionisti contabili che per gli inquirenti avrebbero ideato e messo in atto modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Ipotesi accusatorie anche a carico di un compiacente un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, destinatario di misura cautelare personale per l’ipotesi di corruzione, il quale dietro sistematici compensi, è indiziato di essersi reso disponibile ad agevolare l’erogazione di alcuni servizi di natura fiscale richiesti da uno dei citati professionisti. Gli inquirenti evidenziano come le attività siano state svolte con un continuo monitoraggio degli spostamenti e degli incontri sul territorio delle persone coinvolte che hanno portato alla luce condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà.

I PRECEDENTI E L’OPERAZIONE PAPA

Si tratta della prosecuzione della “Operazione Papa”, scattata dopo un incendio doloso nel 2015 in un’azienda di ortofrutta nel Bergamasco. Nell’ordinanza del gip di Brescia, si legge che «all’interno della P.P.B. Servizi&Trasporti srl si erano insediati alcuni soggetti collegati alla criminalità organizzata di Isola Capo Rizzuto, tra i quali Martino Tarasi, marito della figlia di Giuseppe Arena, vittima di “lupara bianca”. Secondo le ipotesi accusatorie Tarasi avrebbe messo in piedi un’organizzazione specializzata in reati «economico-finanziari con modalità standardizzate e professionali» basata su una serie di società «cartiere».

In un’intercettazione del gennaio 2020 diceva: «Solo fatture, dalla mattina alla sera (…) avevo due tre ragazzi con due tre aziende (…) loro fatturavano a sti clienti, i clienti gli facevano il bonifico (…) e io glieli riportavo in contanti e mi tenevo il 10%, il 15». Ed un «ruolo fondamentale» nel mettere a segno le presunte frodi fiscali l’avrebbe avuto proprio il commercialista Tonarelli. A difendere Luigi Tarasi, Alberto Martino e Antonella Arena è l’avvocato Tiziano Saporito.

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