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Cutro, diventano definitive in Cassazione le 30 condanne per la cellula dei Grande Aracri che secondo l’accusa aveva colonizzato il Veneto

CUTRO – Dopo aver colonizzato l’Emilia, la filiale al Nord della cosca Grande Aracri si era insediata anche in Veneto. A sancire in via definitiva l’operatività della ‘ndrangheta di matrice cutrese nel Padovano e nel Vicentino è la Corte di Cassazione, che ha confermato, respingendo i ricorsi difensivi, la sentenza con cui un paio d’anni fa la Corte d’Appello di Venezia dispose condanne tra 30 imputati, tra i quali i plenipotenziari del boss ergastolano Nicolino Grande Aracri, che ormai avevano accerchiato il tessuto socio-economico del Nord-est col collaudato modus operandi delle intimidazioni e delle false fatturazioni.

C’è il sigillo degli ermellini sul filone processuale col rito abbreviato scaturito dall’inchiesta che portò all’operazione “Camaleonte”, condotta dai carabinieri di Padova contro un’organizzazione ‘ndraghetista operante in Veneto, facente capo alla nota cosca di Cutro già al centro del processo Aemilia, il più grande mai celebrato contro le mafie al Nord. Oltre al gruppo ‘ndranghetistico, riconosciuta anche un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali e riciclaggio, aggravata dalla finalità di favorire il sodalizio mafioso.

SOTTO SCACCO L’ARTICOLAZIONE DEL CLAN GRANDE ARACRI ATTIVA TRA PADOVA E VICENZA

Sotto scacco un’articolazione nelle province di Padova e Vicenza della super cosca Grande Aracri di Cutro, capeggiata da Michele Bolognino, originario di Locri ed esponente di vertice dell’organizzazione calabro-emiliana, già condannato nel processo Aemilia. Per lui in primo grado era stata disposta la pena più elevata, a 13 anni e 4 mesi, poi ridotta a 11 anni e 4 mesi. Un altro degli imputati di spicco è il commercialista crotonese Donato Agostino Clausi, a cui sono stati comminati, invece, 12 anni. L’unico a non fare ricorso in Cassazione è stato il crotonese Pasquale Scida, per il quale in Appello, difeso dall’avvocato Silvia Leto, la pena era scesa da 2 anni e 8 mesi a 2 anni essendo stata esclusa l’aggravante mafiosa.

CONDANNE ALLA COSTOLA DEI GRANDE ARACRI ATTIVA IN VENETO, LE ACCUSE

Nel mirino del clan erano finiti imprenditori che subirono intimidazioni ed estorsioni fino alla spoliazione economica delle loro società con intestazione di quote agli imputati. Dagli iniziali “affari” attraverso droga e prostituzione, l’organizzazione, attraverso prestiti a tassi usurari, progressivamente, anche con minacce e violenze, avrebbe acquisito piccole imprese in difficoltà per poi, mediante false fatturazioni, riciclare denaro e creare fondi neri.

I reati principali contestati, oltre all’associazione mafiosa, sono quelli di estorsione, violenza, usura, sequestro di persona, riciclaggio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Il sistema Cutro prevedeva che in pochi giorni venissero fatte apparire come operazioni commerciali passaggi di ingenti somme frutto di malaffare.

LA SENTENZA: LE CONDANNE ALLA CELLULA DEI GRANDE ARACRI ATTIVA IN VENETO

Ecco le pene divenute definitive.

  • Idriz Ahmetaj (55), Carmignano del Brenta (Pd): 1 anno e 2 mesi;
  • Adriano Biasion (59), Piove di Sacco (Pd): 3 anni;
  • Gaetano Blasco (62), Cutro: 3 anni e 8 mesi;
  • Francesco Bolognino (55), Locri: 6 anni e 4;
  • Michele Bolognino (57), Locri: 11 anni e 4 mesi;
  • Antonio Brugnano (48), Cutro: 4 anni, 4 mesi e 20 giorni;
  • Marco Carretti (41), Reggio Emilia: 1 anno, 10 mesi e 20 giorni;
  • Donato Agostino Clausi (52), Crotone: 12 anni e 6 mesi;
  • Carmine Colacino (50), nato a Cutro e residente a Bibbiano (Re): 2 anni, 4 mesi e 14;
  • Angelino Crispino (58), Frattamaggiore (Na): 2 anni, 5 mesi e 10 giorni;
  • Tobia De Antoni (46), Portogruaro (Ve): 6 anni, 2 mesi e 20 giorni;
  • Giuseppe De Luca (60), Reggio Emilia: 1 anno, 10 mesi e 20 giorni;
  • Rocco Devona (40), Crotone: 2 anni e 27 giorni;
  • Gianni Floro Vito (46), Cutro: 6 anni e 20 giorni;
  • Giulio Giglio (50), nato a Crotone e residente a Montecchio (Re): 4 anni e 4 mesi;
  • Salvatore Innocenti (47), Reggio Emilia: 3 anni;
  • Sergio Lonetti (45), Melissa: 2 anni e 8 mesi;
  • Vincenzo Marchio (58), Cutro: 2 anni e 6 mesi;
  • Antonio Mazzei (37), Reggio Emilia: 1 anno, 10 mesi e 20 giorni;
  • Mario Megna (52), Crotone: 2 anni e 27 giorni;
  • Antonio Muto (46), nato a Crotone e residente a Reggio Emilia: 2 anni, 4 mesi e 14 giorni;
  • Domenico Nardella (65), Mendicino (Cs): 2 anni e 4 mesi;
  • Salvatore Paolini (46), nato a Crotone e residente a Reggio Emilia: 2 anni, 4 mesi e 13 giorni;
  • Giuseppe Richichi (45), Crotone: 11 anni e 8 mesi;
  • Federico Schiavon (62), Padova: 8 mesi e 10;
  • Francesco Scida (61), Crotone: 3 anni;
  • Ilir Shala (46), nato in Jugoslavia e residente a Trevignano (Tv): 8 mesi e 10 giorni;
  • Sadik Shala (35), nato in Kossovo e residente a Montebelluna (Tv): 8 mesi;
  • Mario Vulcano (45), Rocca di Neto: 4 anni, 5 mesi e 10 giorni.
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