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La manifestazione di Cutro

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CROTONE – Un fiume di oltre 5mila persone si è mobilitato ieri pomeriggio a Steccato di Cutro per la manifestazione nazionale “Fermare la strage, subito” a due settimane dal tragico naufragio avvenuto sulla spiaggia cutrese, nel quale hanno perso la vita – a ieri sera – 76 persone tra donne, bambini e uomini. Il numero delle vittime – purtroppo – è cresciuto nelle ultime ventiquattr’ore con il ritrovamento di tre salme: la prima in ordine cronologico è stata una bambina di età compresa tra i 4 e i 5 anni, trovata ieri mattina in mare a largo di Steccato di Cutro; la seconda salma, un uomo, nel primo pomeriggio sempre a mare e trasportato al porto di Le Castella; e la terza, ieri pomeriggio, ancora una bambina di età presumibile tra i 7 e i 10 anni, individuata a Praialonga dai Vigili del Fuoco. La notizia di quest’ultima è stata appresa dai manifestanti proprio sulla spiaggia – al termine del percorso che la gente ha seguito: in quel frangente le persone si sono inginocchiate rivolgendosi al mare. Tante le rose e i fiori deposti sulla sabbia.

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Al corteo – organizzato dal coordinamento “26 febbraio” che racchiude circa duecento sigle associative – hanno preso parte anche sindacati, partiti politici e svariate amministrazioni comunali (certo, pochi i rappresentanti istituzionali presenti, ndr) e associazioni, e si è sviluppato per le vie della frazione cutrese in due tronconi, finiti entrambi sulla spiaggia. Il primo troncone è stato guidato dai sindacati con in testa la croce di legno costruita con alcuni parti in legno del caicco naufragato; il secondo troncone dai superstiti e dai familiari delle vittime insieme al coordinamento.

All’arrivo in spiaggia vi è stato un momento di preghiera molto intenso, su quella sabbia che ha visto la morte di troppe persone. Sempre sulla battigia è intervenuta la portavoce del Forum del Terzo Settore – nonché presidente dell’associazione Sabir – Manuelita Scigliano: «Come italiana in questo momento, provo una grande e profondissima vergogna per quello che è successo, per i dispersi in mare e sulla terra, per queste famiglie che sono state abbandonate. Ed hanno avuto al loro fianco solo noi cittadini e cittadine, enti del Terzo Settore che non li abbiamo mai lasciati soli. Ma lo Stato dov’era? Lo Stato non può rispondere alle morti in mare dicendo che è colpa loro, non può criminalizzare i migranti. Sono persone che scappano da Paesi in guerra. Le donne di cui ci riempiamo tanto la bocca l’8 marzo, tutti pronti a dire “siamo al fianco delle donne iraniane, afgane”: ecco sono quelle donne che giacciono nelle bare al Palamilone. Come le abbiamo aiutate? Non è più il momento del cordoglio, ma quello dello sdegno. E da oggi si comincia. Basta, non nel nostro nome».

«Vorremmo che tragedie del genere non accedessero più – ha dichiarato la presidente di Emergency, Rossella Miccio – siamo qui anche per ricordare a chi ha la responsabilità di evitare queste tragedie che vogliamo giustizia». «Le associazioni e i movimenti che hanno organizzato la manifestazione – ha dichiarato il senatore e segretario regionale del Pd, Nicola Irto – sono più avanti di chi ha responsabilità di governo che, in questo luogo, ha pensato bene di non dare risposte vere, ma ha pensato di fare una sceneggiata come il CdM che non ha portato a nulla di concreto». «Ci aspettavamo un po’ di umanità da parte del governo che è venuto a Cutro – ha dichiarato la deputata dem Chiara Gribaudo, prossima ad entrare nella segreteria nazionale di Elly Schlein – per noi era doveroso essere qui». «Vogliamo dimostrare il conflitto tra l’umanità del popolo e la disumanità di questo governo – ha dichiarato l’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – sia nelle parole del ministro Piantedosi, che nel Consiglio dei Ministri di due giorni fa». «Era una tragedia che si poteva e doveva evitare – ha dichiarato Tania Scacchetti della segreteria nazionale della Cgil – un corteo, non una passerella, sui luoghi della tragedia a differenza del governo».

«Siamo a Cutro affinché non si spengano i riflettori sulla vicenda – ha dichiarato il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo – bisogna perseguire delle responsabilità se ci sono state». «Essere qui era un dovere – ha affermato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita – tutta questa gente ci dice che forse ce la possiamo fare ad avere una visione diversa».

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