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MESORACA (CROTONE) – Basta con il bufalo. Al massimo stuzzichini. Panini, giusto come concessione, e hamburger. Il boss decideva pure il menù del locale concorrente. Il capocosca di Mesoraca, Mario Donato Ferrazzo, e il suo uomo di fiducia Pietro Fontana sono accusati di estorsione poiché il primo quale mandante e il secondo in veste di esecutore materiale avrebbero costretto l’esercente Giovanni Longo, titolare del John Long Pub, a non proporre alla clientela pietanze di carne simili a quelle già offerte dal Kiosk Angels, diretto di fatto da Ferrazzo.

Longo, infatti, si era “permesso”, attraverso una pagina Facebook, di pubblicizzare il proprio menù suscitando l’ira del boss. «Ha visto che facciamo la carne, ha preso e ci ha messo il bisonte, lo devo prendere e menare nella testa… istighi le persone che fanno una cosa e vieni a copiare… ti fa venire la nervatura… mandaci una silurata». Il diktat era chiaro. «Fatti gli stuzzichini ed i panini e non cacare il c…». Insomma, «non ti allargare, fatti gli hamburger», l’”ambasciata” da recapitare.

Immediata la missione al pub di Longo per veicolare le istanze prevaricatrici. «E com’è?». «Tutto a posto». «C’è zio Mario che è un po’ incazzato con te, nel senso: tu ti sei messo quel cazzo di coso, bufalo cose, lui dice “Ed ora come cazzo è? Ora ho aperto io sto coso della carne e Giovanni…” Hai capito?». La vittima capisce l’antifona eccome. «Ma non ci sono problemi, Giovà… Ora prendo e lo cancello del tutto».

Così veniva eliminata una possibile fonte di concorrenza sul mercato a vantaggio del ristorante sotto il controllo del boss.

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