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Il procuratore generale di Catanzaro Nicola Gratteri

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CATANZARO – “Nelle biomasse veniva riversato di tutto: da spazzatura comune a scarti di catrame, copertoni e buste di plastica. Il sistema mafioso che riteniamo di aver scoperchiato verteva sull’intercettamento di contributi comunitari che sono cospicui in questo settore”.

Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando ai giornalisti i dettagli dell’operazione che ha condotto stamane a 31 misure cautelari tra le province di Crotone e Cosenza, di cui 27 in carcere e 4 ai domiciliari; altri 5 soggetti risultano indagati a piede libero.

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I carabinieri hanno proceduto a sequestrare 12 imprese dedite al taglio della legna e che rifornivano le centrali a biomasse di Cutro e Crotone in particolare, mischiando il “cippato” (legno ridotto in scaglie) con residui inquinanti. I capi di imputazione sono di associazione per delinquere di matrice mafiosa, concorso esterno, estorsioni aggravate, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito e gestione illecita dei rifiuti ed anche per alcuni produzioni e spaccio di sostanze stupefacenti.

La Divisione distrettuale antimafia di Catanzaro ha evidenziato il ruolo strategico nell’inchiesta della cosca locale di ‘ndrangheta di Mesoraca, piccolo centro del crotonese, che ha però pericolose propaggini nazionali ed internazionali.

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