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Un frame della ripresa video dell'aggressione a Nicolò Passalacqua

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CROTONE – C’è una lettera di scuse scritta in carcere da Nicolò Passalacqua, il 23enne imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita lo scorso 11 agosto a causa di un clamoroso errore di persona. Ne è in possesso il suo difensore, l’avvocato Salvatore Iannone, che la renderà nota dopo la sentenza. Ieri il legale ha chiesto e ottenuto per il suo assistito l’ammissione al rito abbreviato, fissato dal gup Bianca Elvezia Cordasco per il 6 aprile, quando sarà sentito l’imputato che fornirà una sua versione dei fatti. In quella data sono previste la requisitoria del pm Pasquale Festa e la discussione del difensore e della parte civile, mentre il 21 aprile ci sarà la sentenza.

«Si tratta di un gesto da condannare, ma Passalacqua non voleva causare la morte della vittima. Per questo è dispiaciuto per quello che è successo al ragazzo e con questa lettera chiede scusa a lui e ai suoi genitori», dice l’avvocato Iannone a margine dell’udienza preliminare. Il legale ha prodotto una consulenza del medico legale Pietrantonio Ricci che addossa parte delle responsabilità ai medici ma il gup ha respinto la richiesta di condizionare l’abbreviato alla perizia. Sempre il 21 aprile, il gup si pronuncerà sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito ordinario, ovvero la madre della minorenne alla quale il picchiatore, secondo l’accusa, voleva dimostrare i suoi sentimenti, e che avrebbe organizzato l’incontro con il titolare dell’account Instagram con le false generalità dell’ex fidanzato della ragazza al fine di dare una “lezione” a un 32enne che chattava con la figlia, e Andrej Gaju, 29enne, l’unico per il quale non è stata applicata una misura cautelare, che avrebbe partecipato alla spedizione punitiva mettendosi anche alla ricerca della persona con cui era stato concordato l’appuntamento.

Li assistono rispettivamente gli avvocati Mauro Buono e Michele Lo Prete. Il pm ha insistito nella richiesta di rinvio a giudizio a cui si sono opposte le difese, che attribuiscono la responsabilità di quanto accaduto al povero Davide, ancora in coma all’ospedale Maggiore di Bologna, alla condotta di Passalacqua eccependo che era legittimo che la madre della minorenne si preoccupasse per l’appuntamento con un trentenne e che la donna non ha ordi- nato l’aggressione. Di diverso parere l’avvocato di parte civile Fabrizio Gallo, che rappresenta la madre dello sfortunato ragazzo, Giusy Orlando, il padre Massimiliano e il fratello Alessandro, il quale ha evidenziato che la regia dell’aggressione è proprio della donna e che il rumeno era una pedina nella strategia da lei ordita.

In apertura di udienza era stata respinta dal gup la richiesta, avanzata dall’avvocato Gallo, di riunire il procedimento con quello a carico di Alessandro Curto, il corteggiatore della minorenne nei confronti del quale, in seguito a imputazione coatta, l’udienza preliminare è stata fissata per il 17 aprile (domani, invece, inizia anche il processo per la minorenne). Accolta l’eccezione dell’avvocato Ianno e che osservava che la richiesta dovrà essere fatta eventualmente in quella sede. Nel procedimento sono costituti parte civile anche il Comune e la Provincia di Crotone e il Comune di Bologna e, quali persone offese, anche gli zii della vittima.

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