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Nicolò Passalacqua

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Mandò in coma Davide Ferrerio pestandolo a Crotone, condanna a oltre 20 anni, il massimo edittale, per Nicolò Passalacqua

CROTONE – Vent’anni e quattro mesi di reclusione, il massimo edittale. Questa la condanna inflitta, al termine di un’udienza caratterizzata da tensioni in aula e soprattutto fuori dall’aula, dal gup Elvezia Cordasco a Nicolò Passalacqua. Il 23enne imputato del tentato omicidio, aggravato dai motivi futili e abietti, del ventenne bolognese Davide Ferrerio, ridotto in fin di vita dopo l’aggressione subita lo scorso 11 agosto a causa di un clamoroso errore di persona.

Il pm Pasquale Festa aveva chiesto vent’anni. Il gup ha condannato l’imputato al risarcimento di un milione e 305mila euro in favore di Davide e ha stabilito provvisionali immediatamente esecutive di 200mila euro ciascuno in favore dei suoi familiari, più il risarcimento del danno morale da quantificare in separata sede.

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FERRERIO IN COMA DOPO IL PESTAGGIO LA CONDANNA DI PASSALACQUA AL RISARCIMENTO DEI DANNI

Le parti civili, rappresentate dagli avvocati Fabrizio Gallo e Gabriele Bordoni, avevano chiesto un risarcimento complessivo di un milione e 300mila euro in favore dei familiari di Davide, ancora ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna in gravissime condizioni, sviluppando una propria tesi sul nesso causale tra l’aggressione e la finalità omicida tanto più che, dopo averlo visto cadere rovinosamente a terra, l’istinto dell’aggressore non è stato certo quello di soccorrerlo. Il gup ha escluso dal risarcimento gli enti costituiti parte civile, il Comune e la Provincia di Crotone e il Comune di Bologna.

L’avvocato Salvatore Iannone, difensore di Passalacqua, aveva, invece, chiesto una pena congrua ma sollecitando la derubricazione da tentato omicidio a lesioni gravi, negando che sia mai stato utilizzato un tirapugni e riconducendo i traumi riportati dalla vittima al fatto che sia caduto battendo la testa sul marciapiedi. Passalacqua era arrestato all’indomani del raid essendo stato immortalato dagli impianti della videosorveglianza installati nei pressi del luogo dell’aggressione, compiuta nelle immediate vicinanze del Palazzo di giustizia.

Il giovane è accusato anche del porto illegale del “tirapugni” di colore rosso, un’arma impropria; proprio il corpo contundente ha determinato conseguenze devastanti poiché il povero Davide è ancora in coma, in stato vegetativo, per i gravi traumi procuratigli con due pugni al volto (il ragazzo è stato colpito anche con una ginocchiata allo sterno).

PESTAGGIO DI DAVIDE FERRERIO, RINVIATI A GIUDIZIO ANCHE LA MADRE DELLA RAGAZZA E ADREJ GAJU

Il gup ha anche disposto il rinvio a giudizio, all’udienza del prossimo 15 giugno, nei confronti degli imputati di concorso anomalo nel tentato omicidio che hanno scelto il rito ordinario, ovvero la madre della minorenne alla quale il picchiatore, secondo l’accusa, voleva dimostrare i suoi sentimenti, e che avrebbe organizzato l’incontro con il titolare dell’account Instagram con le false generalità dell’ex fidanzato della ragazza al fine di dare una “lezione” al 32enne Alessandro Curto che chattava con la figlia, e Andrej Gaju, 29enne, l’unico per il quale non è stata applicata una misura cautelare, che avrebbe partecipato alla spedizione punitiva mettendosi anche alla ricerca della persona con cui era stato concordato l’appuntamento. Li assistono rispettivamente gli avvocati Aldo Truncè e Michele Lo Prete. Curto, difeso dall’avvocato Renzo Cavarretta, era stato prosciolto nei giorni scorsi.

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