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Un giardino in ciotola creato da Domenico Leonelli

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CROTONE – Possedere il pollice verde non sempre necessita avere a disposizione grandi spazi, tanto che si può realizzare, perfino, il giardino in una piccola ciotola. Ne è convinto, Domenico Leonelli, di professione cameraman televisivo e giardiniere passione, che da qualche tempo si è dedicato a realizzare delle vere e proprie installazioni artistiche con le piante, in piccoli spazi.

«Ho avuto la fortuna – dice Leonelli – di avere due nonne meravigliose con dei balconi altrettanto meravigliosi, tutti pieni di piante. Quindi, io già da piccolo sono cresciuto in mezzo a queste piante e questi fiori bellissimi. Vedevo loro che, effettivamente, con molta cura le portavano avanti, le curavano, davano l’acqua, sapevano come gestirle durante i periodi invernali; vedendo loro mi è cresciuta questa passione e me la sono portata avanti negli anni. Fino a quando, poi, questa passione è diventata una vera e propria “malattia”, perché, effettivamente, non posso vedere piante da nessuna parte perché le vorrei prendere e praticamente portare a casa e metterli in quelli che io chiamo giardino in ciotola. Il nome vero – continua – sarebbe terrarium o paludarium, perché ci sono diverse tipologie: c’è quello aperto, quello chiuso. Comunque, all’interno ci sono sempre piante che hanno una crescita molto lenta e rimangono piccole».

Per il cameraman con il pollice verde «quello che mi ha suscitato veramente più interesse è stato anche, effettivamente, l’interesse mostrato dagli altri quando io ho cominciato a farle vedere. Molte persone hanno cominciato ad interessarsi appassionarsi ed a chiedermi come si facevano i terrari, quali piante era giusto mettere, se si potevano utilizzare delle piante che magari piacevano a loro. E tutto questo interesse mi ha fatto crescere ancora di più dal punto di vista anche didattico, perché, comunque ho seguito una scuola, sono diventato perito agrario e sono specializzato in impianti di acquaponica. Quindi diciamo che il pollice verde me lo sono un po’ coltivato».

Su come nasce l’ispirazione per fare un giardino in ciotola, poi, aggiunge: «Noi, come esseri umani siamo nati nella natura, cresciuti nei boschi ed il nostro corpo è predisposto molto di più ai giardini ai prati, alla montagna che ai palazzi. Infatti, qual è la prima cosa che si fa quando si va in un giardino, all’aria aperta: viene spontaneo dire: Ah, che bello!”. Questa cosa mi capita veramente molto spesso quando vado in mezzo alla natura, per esempio in Sila, oppure vado a fare dei servizi. Con il lavoro che faccio – continua – mi sposto spesso e vado nei paesini; e proprio lì mi piace raccogliere qualche fiore, qualche pianta da poter poi utilizzare nelle mie creazioni. Siccome questa cosa mi stupisce sempre, ho cercato di ricreare proprio a casa dei piccoli ecosistemi in modo da dare delle piccole pillole di quella bellissima ispirazione che invece puoi avere quando se in mezzo alla natura a piedi nudi. Ho voluto riportare in casa tutto questo. E non è solo una questione di vista ma anche di profumi, di stagionalità. Perché, quando si annusa uno dei miei giardini in ciotola, sembra di essere proprio in montagna, perché sprigionano tutti quei profumi. Sono, comunque, piante autoctone; sono anche, in alcuni casi, piante carnivore, piante rare perché mi piace un po’ sperimentare e crearne sempre di nuove- A me piace ed è un hobby che ho preso sempre più peso. Ed è molto dispendioso perché, comunque, comprare le ampolle comprare i terricci; si calcoli che solo per fare lo strato ci sono cinque strati: c’è uno strato di carbonato ( poi sono delle ghiaiette, le fibre di cocco, poi c’è l’akadama. Posso assicurare – specifica – che non è come a qualcuno sembra, cioè, prendere la terra e metterla nella ciotola e metterci la piantina ed è finita lì, perché altrimenti morirebbe prestissimo».

Continuando nella narrazione di questa passione per le piante, Leonelli spiega di aver fatto «qualche mercatino; il mio lavoro principale è quello in televisione, però mi piace molto ed ho comprato anche un camper per andare a fare questi mercatini. E lo faccio insieme a mia moglie ed ai miei figli, per fare vedere alla gente quello che preparo e meravigliarmi quando tutti rimangono affascinati da questa cosa; l’ultimo, per esempio l’ho fatto a Santa Severina. Una signora, che mi diceva che basta che prendeva una pianta, la metteva fuori al terrazzo e solo a guardarla moriva, ha preso uno dei miei vasetti, mi ha chiamato l’altro giorno e mi ha detto: “abbiamo superato la settimana, andiamo alla grande”. E conclude: «noi ci riconosciamo tra appassionati, e, lo dico molto sinceramente perché spendevo così tanti soldi che mia moglie ha detto comincia a fare rientrare qualcosa, perché non possiamo più spendere tutti i soldi».

Ed d’altro canto, una passione non assaggia, divora e, soprattutto, come diceva Hegel “nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione”.

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